Fotografia Europea - Circuito Off

Con Fotografia Europea tornano le mostre del Circuito OFF a colorare Reggio Emilia

Fotografia Europea riparte a Reggio Emilia e tutta la città è pronta ad accogliere artisti, curatori, ospiti e visitatori, provenienti da tutto il mondo per il festival riconosciuto come miglior Photofestival of the Year ai Lucie Award 2022, il premio più ambito per chi ama la fotografia.
La città approfitta del clima culturale che si respira in questi giorni, per vestirsi di fotografia e fare bella mostra di sé: il Circuito OFF rappresenta, infatti, la vera identità di Reggio Emilia, partecipativa, indipendente, volenterosa!

Guidati e ispirati dal titolo di questa edizione di Fotografia Europea 2023, Europe Matters. Visoni di un’identità inquieta, fotografi e appassionati hanno occupato il centro storico, la città e la Provincia con mostre ed eventi collegati alla fotografia.

Il progetto nasce proprio dalla partecipazione attiva dei cittadini che, accordandosi tra loro, allestiscono mostre e organizzano incontri ed eventi, in ogni angolo della città e della Provincia.
Il circuito OFF è infatti sempre più sentito e amato sia da chi lo organizza e ci si riconosce, che da chi attraversa la città e si imbatte involontariamente in mostre allestite in negozi, ristoranti, bar, botteghe, sedi storiche, cortili e case private.

Come ogni anno sono tanti anche i progetti delle scuole di ogni ordine e grado che aderiscono al Circuito OFF@School, con progetti esposti all’interno degli Istituti, ma anche in sedi dedicate e in manifesti affissi in giro per la città.
Torna anche lo Speciale Samuela Solfitti, grazie alla collaborazione con il Servizio Officina Educativa del Comune di Reggio Emilia, con una mostra mostra allestita ai Chiostri della Ghiara.

Venite a scoprire le visioni e le identità tra la città e la Provincia dalle mostre del Circuito OFF 2023.

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Quando Mi Vidi Non C’ero “Quando Mi Vidi Non C’ero” è un progetto autobiografico che esplora il tema dell’identità e delle relazioni interpersonali. È una confessione, una psicanalisi visiva del passato come forma di liberazione. La mostra affronta un argomento delicato e complesso: offre una riflessione profonda sull’impatto che un disturbo psichiatrico può avere nella vita di una persona, e di come una percezione distorta e amplificata delle emozioni —spesso presenti in maniera violenta e incontrollata, porti a vivere esperienze intense quanto disfunzionali. La sequenza di foto si presenta come un racconto visivo interiore che nasce dall’esigenza di ricomporre i pezzi e fare il punto su ciò che è stato, è uno sguardo a ritroso sul vissuto come opportunità per comprendere e archiviare il capitolo di una storia, in grado di catturare l’essenza della complessità umana e cogliere con grande sensibilità il tema della perdita, della ricerca della propria identità, dell’annullamento, della relazione con l’altro e del proprio essere al mondo. Il titolo della mostra simboleggia la difficoltà di definirsi e affermare la propria esistenza. Annullarsi in funzione dell’altro e abitare in corpi e volti che non sono i nostri. Dietro ogni ritratto si cela una struggente necessità di esistere, una ricerca disperata di ritrovare se […]

Stella Laurenzi

Quando Mi Vidi Non C’ero

Centro Storico

Ricostruendo alcuni viaggi compiuti in Europa mi sono accorto di aver seguito una linea che mi ha portato dal Mediterraneo al Mar Baltico partendo dall’Albania fino ad arrivare sulle coste della Polonia, passando attraverso la Bulgaria, la Croazia, l’Austria e la Polonia. Questo strano sezionamento del vecchio Continente ha prodotto delle DICOTOMIE, tra due sensazioni spesso contrastanti o complementari, ha generato un continuo confronto tra due facce di una stessa medaglia. La mia flânerie ha rimbalzato senza soluzione di continuità tra due punti di vista che, recuperati a posteriori, aggiungono maggior significato ad un errare libero. Ecco che alla speranza si contrappone la rassegnazione, alla vita la morte, alla luminosità l’oscurità, alla serenità la malinconia, all’apertura la chiusura, al disincanto una triste consapevolezza, al sacro il profano. Tutto questo in fin dei conti è perché la dicotomia fa parte di noi, siamo in un equilibrio precario tra scelte differenti e spesso è facile perdersi; alla fine di questo vagare attraverso un continente così in bilico però, mi piace farmi abbagliare da un neon (LOVE) che mi aiuta a capire la direzione da seguire. Inaugurazione Lunedì 1 maggio 2023 ore 18 00 Inaugurazione della mostra Dicotomia in presenza dell’autore ore […]

Simone Ludovico

Dicotomia

Centro Storico

“Non vedo, ma sogno.” Andrea Camilleri Che differenza cogliamo tra una foto scattata da una persona ipovedente e una scattata da una persona vedente? Probabilmente nessuna. In entrambi i casi sono fatte da una macchina, o da un telefono cellulare sempre più frequentemente. E la macchina, o il cellulare, ci vedono allo stesso modo, indipendentemente da chi la tiene in mano. La vera differenza sta tra come vede una persona ipovedente – ombre, luci, prospettive, colori – e come vede una persona che ha la vista perfetta. Sembra un’ovvietà, ma è quello di cui ci siamo accorti portando avanti questo progetto. Le “caratteristiche” delle fotografe – ragazze con disturbi visivi di vario tipo – passando attraverso il filtro del cellulare, dell’autofocus, delle tecniche sempre più raffinate e quasi indipendenti dall’essere umano, appiattivano le grandi differenze – e anche le grandi difficoltà – di chi “non vede”. A partire dalle loro fotografie, il progetto ha cercato di “lavorare” queste immagini, rendendole il più possibile simili allo sguardo originale dell’inquadratura. Se volete, è stato un po’ come estendere la disabilità visiva delle autrici anche allo strumento che utilizzavano. Ne ha guadagnato la poesia dell’immagine, la sua indefinitezza, la sua vaghezza foriera […]

Piergiorgio Casotti

“pUnTi dI vIstA”

Centro Storico

Destrutturazione come strumento rigenerativo e liberatorio: da oggetto a opera “auratica”. L’atto creativo muta l’oggetto seriale d’uso comune in un’opera unica, trasfigurandola in rinnovata realtà. Lo scatto fotografico blocca l’avvenuta trasformazione e ne enfatizza l’essenza aulica, attraverso canoni pittorici. Gli oggetti scelti sono di uso comune, ma iconici, già possessori di un’insita bellezza. Ogni cosa è sé stessa e altro insieme è come se proiettasse il desiderio di farsi ritrarre al di là di ciò che da a vedere. Marco Errani EVENTO ‘ATELIERVIADUEGOBBITRE’ VENERDÌ 5 maggio 2023 dalle ore 21.30 Concerto fotografico dei Blue Cover nel cavedio dell’atelier, con esecuzione di canzoni live e proiezione delle relative immagini durante il concerto. Data la struttura del luogo, il concerto fotografico avverrà a capienza limitata per questioni di sicurezza e di ascolto e si terrà durante la serata in 2 o 3 set di 30 minuti ciascuno; Il concerto chiarisce il focus dell’intero progetto, apre il percorso e offre una lettura alla visione e alle immagini proposte dai fotografi.

Marco Errani

Destrutturazioni

Centro Storico

Frase Icona di un periodo oscuro, ove era palese che sarebbe andato tutto male, ma la ripetevamo come un mantra, mentre ci avvicinavamo a grandi falcate verso un baratro sociale-umano-culturale-finanziario. Attraverso una visione Ironica, e un poco surreale, ho voluto documentare tutte le contraddizioni, le esasperazioni, le assurdità, le paure i vizi e le debolezze dell’uomo contemporaneo. Un Uomo vittima consapevole e connivente, molto spesso, del meccanismo diabolico e distruttivo, in cui ha canalizzato la propria vita. Un Uomo che si fa trascinare, senza possibilità alcuna di poter dirigere la propria vita verso lidi più ecologici e confacenti alla natura umana. Un Uomo sempre meno importante per i ”Grandi della Terra”, i quali oggi sono solamente interessati ai ”Bisogni” che gli riescono a inculcare. Trascinato da questa corrente “L’Uomo Contemporaneo” lascia emergere il peggio che è, e che era latente in Lui. EVENTO ‘ATELIERVIADUEGOBBITRE’ VENERDÌ 5 maggio 2023 dalle ore 21.30 Concerto fotografico dei Blue Cover nel cavedio dell’atelier, con esecuzione di canzoni live e proiezione delle relative immagini durante il concerto. Data la struttura del luogo, il concerto fotografico avverrà a capienza limitata per questioni di sicurezza e di ascolto e si terrà durante la serata in 2 […]

Marco Cattani

"Andrà tutto Bene"

Centro Storico

La fase onirica induce l’organismo ad un particolare distacco dal mondo esterno e lo immerge in un mondo interiore. La mente tenta di codificare tutti gli stimoli che riceve, assegnando significati noti a nuove e surreali visioni. Ossessione, paura, ansia e stupore sono le principali emozioni provocate dal bizzarro contenuto mentale del sogno. Finché dura il sogno, la coscienza è incapace di riflettere, è trascinata dal suo stesso declino e continua indefinitivamente ad impadronirsi delle immagini. EVENTO ‘ATELIERVIADUEGOBBITRE’ VENERDÌ 5 maggio 2023 dalle ore 21.30 Concerto fotografico dei Blue Cover nel cavedio dell’atelier, con esecuzione di canzoni live e proiezione delle relative immagini durante il concerto. Data la struttura del luogo, il concerto fotografico avverrà a capienza limitata per questioni di sicurezza e di ascolto e si terrà durante la serata in 2 o 3 set di 30 minuti ciascuno; Il concerto chiarisce il focus dell’intero progetto, apre il percorso e offre una lettura alla visione e alle immagini proposte dai fotografi.

Gianluca Micheletti

Dream Machine

Centro Storico

‘O’VASCIO’ QUARTIERI SPAGNOLI – NAPOLI EVENTO ‘ATELIERVIADUEGOBBITRE’ VENERDÌ 5 maggio 2023 dalle ore 21.30 Concerto fotografico dei Blue Cover nel cavedio dell’atelier, con esecuzione di canzoni live e proiezione delle relative immagini durante il concerto. Data la struttura del luogo, il concerto fotografico avverrà a capienza limitata per questioni di sicurezza e di ascolto e si terrà durante la serata in 2 o 3 set di 30 minuti ciascuno; Il concerto chiarisce il focus dell’intero progetto, apre il percorso e offre una lettura alla visione e alle immagini proposte dai fotografi.

Ermanno Foroni

‘O’VASCIO’ QUARTIERI SPAGNOLI - NAPOLI

Centro Storico

CORINNA PRESI “Simmetrie in bilico verso l’aria” (DANZA FOTOGRAFICA) Il mondo visibile si apre in quell’istante inquieto, di migliaia di tasselli colorati, a formare la meravigliosa luce che sembra riflettere lo specchio dell’esistenza stessa, talvolta gioiosa, talvolta tenebrosa, ma sempre evocativa di mondi lontani o che forse sono già qui tra noi… Gli scatti sono tutti unici e irripetibili. Nessun successivo ritocco da photoshop o simili è stato applicato. Sono ottenuti attraverso la tecnica della mia danza fotografica. E’ una danza, la mia arte è una danza che invita a danzare, e osservando lasciarsi osservare.. BIOGRAFIA Artista eclettica di vivace espressività. Cantante, Danzatrice, Fotografa sperimentatrice. Nasce a Reggio Emilia in una famigli di Artisti e saltimbanchi giramondo. Assorbe la linfa vitale del viaggio, dell’esperienza artistica ed inizia ben presto, all’età di 4 anni, a distinguersi, diventando campionessa nazionale di ginnastica ritmica. Dopo la maturità artistica ottenuta preso l’Istituto d’Arte Gaetano Chierici, si iscrive di sua volontà alla Scuola di Teatro Galante Garrone di Bologna, per poter così affinare le tante tecniche che i suoi svariati talenti richiedono. A Bologna frequenterà anche un anno di Accademia di belle Arti nella sezione Scultura, ma poi sarò il teatro a trascinarla nel suo […]

Corinna Presi

Simmetrie in Bilico verso l'aria. DANZA FOTOGRAFICA

Centro Storico

Sperimentazione e racconto; una storia narrata a più voci. Chi guarda può immergersi nella trama o immaginare oltre. Ancora una volta abbiamo scelto di metterci in gioco, indagando il futuro. EVENTO ‘ATELIERVIADUEGOBBITRE’ VENERDÌ 5 maggio 2023 dalle ore 21.30 Concerto fotografico dei Blue Cover nel cavedio dell’atelier, con esecuzione di canzoni live e proiezione delle relative immagini durante il concerto. Data la struttura del luogo, il concerto fotografico avverrà a capienza limitata per questioni di sicurezza e di ascolto e si terrà durante la serata in 2 o 3 set di 30 minuti ciascuno; Il concerto chiarisce il focus dell’intero progetto, apre il percorso e offre una lettura alla visione e alle immagini proposte dai fotografi.

COLLETTIVO STENOPEICHE

IMMAGINI DELLA MENTE Nella testa di una donna

Centro Storico

È possibile fotografare canzoni? L’idea non è nuova, ma Noise la declina in modo rigoroso e non banale. Lascia a margine i condizionamenti narrativi delle parole e stringe l’obiettivo sulla musica, puntando a cogliere il potere evocativo di suoni, atmosfere, melodie, e ritmi. Nato dalla collaborazione tra AteliersViaduegobbitre e il gruppo musicale Blue Cover che ha proposto il proprio repertorio ai fotografi, Noise è un incontro tra linguaggi che si traduce in una mostra fotografica da ascoltare. Tutte le opere esposte sono corredate da QRcode che permettono ai Visitatori di ascoltare le canzoni rappresentate usando il proprio smartphone, lungo un percorso che si snoda come una playlist fotografica. Noise adotta anche la struttura aperta delle playlist in collaborazione con le Associazioni Viaromazero e Catomes Tôt integra il proprio percorso Espositivo con tre “concertifotografici” live, tenuti dai Blue Cover in date e Luoghi diversi, ogni volta con differenti modalità. AUTORI Alfredo Anceschi, Anna Ascani, Barbara Avagliano, Enrico Barbieri, Alessandro Bartoli, Luca Cavazzuti, Marco Cattani, Marco Errani, Fabrizio Fontanelli, Sonia Formica, Lucia Levrini, Marco Manfredini, Annarita Mantovani, Marco Menozzi e Grazia Salierno, Daniela Olivi, Paolo Pelosi Bonini, Rolando Rota, Laura Sassi. EVENTO ‘ATELIERVIADUEGOBBITRE’ VENERDÌ 5 maggio 2023 dalle ore 21.30 Concerto fotografico […]

Collettiva AteliersViaduegobbitre

NOISE una playlist fotografica

Centro Storico

Testimonianze di Panorami Perduti – Bodo Ebhardt – i Castelli dell’Emilia Romagna Ente proponente: Istituto Italiano dei Castelli A cura di: Arch. Guido Gozzi – Arch. Benedetta Grigoli Comitato scientifico: Prof. Arch. Vittorio Foramitti – Prof. Arch. Enrico Lusso Sede: Castello di Viano – Via Castello 9, Viano – Reggio Emilia, Italia Il progetto vuole mostrare attraverso gli straordinari scatti fotografici realizzati agli albori del XX secolo dal prof. arch. Bodo Ebhardt pioniere dello studi dei castelli Italiani, l’inesorabile trasformazione del paesaggio della nostra regione che ha modificato completamente il rapporto stesso con i monumenti. D’altro canto i Castelli hanno in molti casi modificato il loro rapporto con il paesaggio circostante attraverso il mutamento della loro funzione e della comprensione della necessità della loro salvaguardia e valorizzazione. Eppure nonostante tutte le trasformazioni intervenute i Castelli con la loro persistenza nel paesaggio assurgono segni identitari e simboli di appartenenza ad un ‘area culturale. La mostra è ospitata presso il Castello di Viano, un imponente maniero medievale eretto a difesa di un punto strategico che conduceva al cuore dei territori canossiani. Il Castello, rientrante nella fortificazione Matildica, si articola in due blocchi principali: uno ad ovest con la torre quadrata merlata, ed uno […]

Bodo Ebhardt

Testimonianze di Panorami Perduti - Bodo Ebhardt - I Castelli dell'Emilia Romagna

In provincia

Aristotele definisce l’uomo come zoon politikon, un animale capace di tessere legami sociali significativi: questo rende tale un essere umano. Non ho potuto prescindere, nel mio lavoro, da questa definizione fornita da Aristotele; la ricerca, la passione e la fame di scoprire la fitta rete di legami che intersecano le persone, è stato il motore che mi ha spinto a uscire fuori di casa e misurarmi con la realtà. Per fare ciò ho sentito l’esigenza di costruire un esoscheletro di conoscenze che facesse da base strutturata e che definisse le fasi della ricerca. Mi è sembrato produttivo riferirmi al modello attanziale di Propp, traslando nella fotografia il ruolo di ciascun attante, al fine di imbrigliare in ogni situazione, anche banale, i concetti significativi emersi dallo studio preliminare Il progetto, iniziato nel 2019, è un’indagine sul tema dell’adolescenza, scoprendo luoghi, legami, passioni, attrazioni, tendenze che appartengono ai giovani d’oggi. L’adolescente vive un periodo di forti cambiamenti, in cui è chiamato a elaborare una nuova identità che lo caratterizzi. Spesso i motivi che spingono a rinnovarsi risiedono nello sviluppo psichico e fisico: l’individuo acquisisce consapevolezze che lo portano ad assumersi le responsabilità di adulto. Durante questo cambiamento i ragazzi imparano a conoscersi, a […]

Antonio Bocchia

THIS MUST BE THE PLACE

Centro Storico

Il progetto di Ylenia Ciccarese riflette sul legame tra anima, interiorità e mondo esterno. Un mondo a volte ostile, che minaccia l’equilibrata coesistenza tra l’uomo, la natura e i suoi abitanti. Le immagini in mostra – sgranate, come sospese nel tempo – illustrano il distacco dalla realtà fisica “ad alta definizione” in cui tutti viviamo, per introdurci in un flusso di sensazioni interiori, desideri, paure, urla e silenzi. Concepite per una stampa su tela, alcune immagini sembrano una trasposizione a grafite di elementi fantastici, onirici. L’intenzione è quella di investigare sulla propria identità profonda e unica, per poterla comprendere, accettare e renderla parte di un dialogo più consapevole con il mondo circostante, senza ostacoli alla dimensione creativa. La danza interiore di un individuo è qualcosa di magico, che va nutrito, coltivato, ascoltato. Il sogno che emerge da questo progetto è il raggiungimento di una realtà dove ogni anima, umano o animale che sia abbia la possibilità di danzare libera e di respirare all’interno di un mondo che sia la casa di tutti. BIOGRAFIA 28 anni, Reggiana, Ylenia Ciccarese si è laureata nel 2018 alla Libera Accademia di Belle Arti di Firenze (L.A.B.A.) in fotografia e Arti dello spettacolo, con […]

Ylenia Ciccarese

Delle anime, i canti e i silenzi

Centro Storico

BIOGRAFIA 28 anni, Reggiana, Ylenia Ciccarese si è laureata nel 2018 alla Libera Accademia di Belle Arti di Firenze (L.A.B.A.) in fotografia e Arti dello spettacolo, con una tesi sull’ Antropocene e il rapporto disfunzionale tra uomo, ambiente e animali. Alla continua ricerca di forme espressive, tenta di varcare i muri del conscio per entrare in una parte più personale, esplorando le sensazioni, i sentimenti intimi e la dimensione onirica attraverso le sue opere. In linea con una scelta di veganesimo e di superamento della concezione antropocentrica della realtà, nel rispetto per ogni individuo vivente, Ylenia Ciccarese intende rappresentare la sofferenza nascosta nel “vaso di Pandora” della società dello spreco e della dittatura del profitto umano. CONCEPT Il progetto di Ylenia Ciccarese riflette sul legame tra anima, interiorità e mondo esterno. Un mondo a volte ostile, che minaccia l’equilibrata coesistenza tra l’uomo, la natura e i suoi abitanti. Le immagini in mostra – sgranate, come sospese nel tempo – illustrano il distacco dalla realtà fisica “ad alta definizione” in cui tutti viviamo, per introdurci in un flusso di sensazioni interiori, desideri, paure, urla e silenzi. Concepite per una stampa su tela, alcune immagini sembrano una trasposizione a grafite di elementi […]

Ylenia Ciccarese

Delle anime, i canti e i silenzi.

Fuori le mura

L’esposizione nasce dall’idea di raccontare la storia di un albero isolato nella campagna reggiana chiamato da tutti “L’albero solitario”, la cui condizione è però solo apparente per l’attività della natura e umana, fino alla triste conclusione del suo protagonista.

Wainer Prampolini

Apparente Solitudine

Fuori le mura

Viaggio in un paesaggio terrestre, è un progetto realizzato nel 2007 dal fotografo contemporaneo Vittore Fossati in collaborazione con lo scrittore Giorgio Messori. Gli autori raccontano, per parole e immagini, alcuni viaggi fatti nell’arco di cinque anni, dal 1997 al 2002. Mossi dalla comune passione per i luoghi in cui trascorsero le loro esistenze poeti e pittori amati, e dall’esigenza di testimoniare l’esistenza di un paesaggio terrestre (cioè un luogo non claustrofobico come quelli in cui viviamo, ma finalmente “abitabile”), il viaggio assume via via la forma del racconto illustrato. Parole e immagini non sono mai didascaliche o decorative, ma concorrono insieme a restituire l’idea che un altro mondo è possibile. E che altri lo hanno cercato, mappato, ricostruito, consegnato a noi come modello. Attraverso una selezione (Finestre in Engadina, Non è ancora buio, la città, il cielo di Delft, Eldena) gli scatti di Fossati restituiscono sensazioni sia malinconiche che liete, e restituiscono il senso di un tempo più lungo, dominato dalla sovranità della natura, che prevale pure sui manufatti dell’uomo. Le forme materiali della natura, vergine o violentata dalla progressiva antropizzazione del paesaggio, si dispiegano come simboli di una realtà collocata al di là delle cose, celata dietro un […]

Vittore Fossati

Viaggio in un paesaggio terrestre

In provincia

Questo è un luogo unico “…..” si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti come un cappellaio e per fortuna io lo sono. “Il cappellaio Matto” www.vincenzosirica.com

Vincenzo Sirica

Identità inquieta

Centro Storico

FAN – CULO di Viglio Ferrari Identità comune? Veniamo al mondo e siamo sculacciati, e poi fino alla fine siamo rimpiccioliti e cuculizzati a dovere; come si racconta in Ferdydurke, romanzo di Gombrowicz: qui l’infantilizzazione è potere esercitato sulle identità di ciascuno. Fatti fotografare ciò che il mercato ti dà, e infarcisce il tuo desiderio pronta consegna e immagine; nel 1973 un culo farcisce un paio di jeans dal nome biblico, sotto la scritta “chi mi ama mi segua”. Ecco il mercato immaginativo da lì in poi non si è più fermato. Gli animali per riconoscersi si annusano, noi produciamo immagini. O immaginiamo, alle volte. Viglio Ferrari si diverte a mettere in scena una performance: mi riconosci? Chiede la foto. È un gesto punk: esiste un lato b della verità? Andrea Lucatelli Fotografie di Viglio Ferrari Dermocromie di Letizia Bettari Ospite Speciale Neko Testi di Andrea Lucatelli

Viglio Ferrari

FAN -CULO

In provincia

La Galleria 13 è lieta di annunaciare l’apertura della mostra “Vasco Ascolini – Tesoro Vivente” che affronterà un tema molto particolare del lavoro dell’artista Vasco Ascolini, tornando indietro agli anni ‘70/’80 quando era fotografo ufficiale del Teatro Romolo Valli e ha avuto modo di fotografare le performance dei migliori artisti del periodo. Con il suo inconfondibile bianco e nero Vasco Ascolini ci porta all’interno delle arti del teatro tradizionale giapponese, in particolare del Kabuki e dei suoi segreti, passando poi per le incredibili performance di Marcel Marceau e le provocanti messe in scena al limite del grottesco di Lindsay Kemp. La mostra inaugurerà sabato 29 aprile alle ore 17:30 presso la sede della Galleria 13 e sarà visitabile gratuitamente fino al 27 maggio 2023. Tra i vari progetti della sua lunga carriera iniziata nel 1965, abbiamo deciso di mostrare una particolare serie di fotografie dedicate principalmente al teatro Kabuki ma non solo, scattate dal 1979 al 1983. Nel 1981, durante i suoi anni d’oro, il teatro Romolo Valli ospitò una delle più famose compagnie di teatro tradizionale giapponese che fece tappa a Reggio Emilia durante il suo tour mondiale e mise in scena il Kabuki oltre a varie arti giapponesi […]

Vasco Ascolini

Tesoro vivente

Centro Storico

Uno sguardo all’insù, la ricerca della luce giusta. il taglio, sempre in B/N please, non è vero che sembra tutto vetro e cemento. Da qualche parte c’è una anima, quella del Bauhaus trapiantato in una grande città.Bisogna immaginare però…

Valerio Miselli

Bauhaus in città

Fuori le mura

La malinconia fa paura da rifuggere come il peggior nemico. Perennemente ci viene chiesto di non essere nostalgici. Eppure la malinconia può essere affascinante. Come una leggera brezza, l’inquietudine può lasciarti intravvedere nuovi scorci, condurti a nuovi sfondi di rara bellezza .E’ stato un attimo di tormento a farmi partire, senza motivo ho passeggiato nella nebbia, ho guardato con occhi che non avevo mai avuto. Un attimo di sconcerto mi ha fatto sentire, lieve e finissima, la musica di un mare ghiacciato intonata da frammenti di ghiaccio tra loro danzanti in un accordo mai costruito. attimi travagliati mi hanno fatto cercare il silenzio del bianco, una nube che abbraccia montagne che sembra inghiottire dentro di sé. In questa mostra vorrei narrarvi la dolcezza nascosta in attimi inquieti.

Valentina Casu

Una dolce malinconia

Centro Storico

Il comune di Reggio Emilia è da anni impegnato nella valorizzazione delle pluralità sociali, culturali e identitarie che oggi compongono le nuove comunità locali. Dall’anno 2016 il Comune di Reggio Emilia ha dato vita ad un progetto volto alla valorizzazione dell’acquisizione della Cittadinanza Italiana. Il cerimoniale di conferimento è stato riconfigurato attraverso un giuramento pubblico, al fine di generare riconoscibilità culturale e sociale dell’atto istituzionale e amministrativo, previsto dalla legge. L’acquisizione della cittadinanza arriva dopo un percorso che ha portato a compiere una scelta volontaria. Questo diritto ha un valore importante perché incide positivamente su molti aspetti del quotidiano, dando stabilità al progetto di vita dei nuovi cittadini. La cittadinanza infatti non è la semplice conquista di un passaporto, ma una volontaria adesione ad una comunità senza per questo rinunciare al legame con il proprio paese d’origine. Non è sufficiente che un diritto venga garantito da una legge ma è necessario che i destinatari abbiano gli strumenti per conoscere e condividere la storia, le regole, la lingua, le relazioni e vivere consapevolmente la città e il Paese scelto. La cerimonia si svolge in Sala del Tricolore, sala istituzionale e storicamente molto importante e significativa per la città dove si riunisce […]

Ufficio Intercultura

Identità e Cittadinanza: una via da seguire

Centro Storico

Antologia Bipolare ‘si perdeva nelle strade delle città e compariva sempre più…’ Tommaso Lusena de Sarmiento è un fotografo, direttore della fotografia e documentarista nato in Italia, di origine ispanico–argentina da parte di padre e tedesca da parte di madre. Ha firmato la fotografia nei film di autori quali: Franco Maresco, Emanuele Crialese e Nanni Moretti. Nel 2010 vince il premio della giuria al Torino Film Festival con il suo film ‘The Cambodian Room’, un ritratto del fotografo Antoine D’Agata. Nei suoi progetti fotografici desidera indagare le sfaccettature vivide e tangibili dell‘individuo, come l’allegria, la sofferenza e il sonno, a partire da un proprio coinvolgimento emotivo che intende essere partecipe, ma non di parte. ‘Allegria y Desaliento’ e ‘Dormienti’ sono due capitoli del suo progetto fotografico ‘Antologia Bipolare’, nato a partire da un’intima esigenza di sopravvivenza artistica. Negli ultimi anni l’autore ha vissuto sulla propria pelle l’oscillazione sempre più rapida ed inaspettata da uno stato di allegria a uno stato di scoramento. Nei volti ritratti, intende cogliere l’intimo segreto che si cela in un sorriso e nel suo contrario: allegrìa y desaliento. Una mutazione espressiva che mostra un’ulteriore variabile anche quando ci addormentiamo circondati dal caos ed il nostro inconscio […]

Tommaso Lusena de Sarmiento

Antologia Bipolare

Centro Storico

Né uomo né piccione. La figura al centro del progetto rappresenta l’idea di ibrido. Se uno stormo di piccioni è metaforicamente un blocco culturale ben distinto all’interno di un contesto culturale nazionale più ampio, l’ibrido è l’intenzione individuale di aprirsi al mondo. Le foto vogliono raccontare dei frammenti della vita dell’ibrido che, nonostante la propria volontà di aprirsi, si trova solo nell’intersezione tra il mondo di provenienza e quello di approdo che lo vede con occhi diffidenti. La scelta della maschera è ricaduta sul piccione perché è un uccello che una volta popolato un luogo non migra ma tende a sedimentarsi. Il progetto è totalmente realizzato in analogico, dagli scatti, alla stampa a ingranditore in camera oscura. Questo sia per una ricerca personale come neofita della fotografia analogica, sia, insieme alla scelta dei rullini e dei luoghi degli scatti, per cercare di restituire la solitudine che vive il protagonista. I rullini utilizzati sono tre, tutti bianco e nero, un Rollei retro400, un Ferrania P30 e un Kodak T-max400. Ho cercato di ottenere un contrasto alto scattando in giornate di sole in modo che le ombre risultassero piene. Sono Tommaso Frammosa ho 26 anni e da un paio di anni […]

Tommaso Frammosa

STORMI

Centro Storico

Nessuna scelta binaria tra lo stare dentro la società o immersi nell’ecosistema. Il progetto Dentro e Fuori vuole raccontare attraverso la storia di alcune persone fotografate e intervistate, esempi di un’ecologia della mente e della materia in grado di convivere con relazione e inclusione. Alle sfide complesse che ci pone difronte il nostro tempo, c’è chi risponde con scelte di vita coraggiose ma serenamente attuabili, consapevoli che dall’impegno del singolo deve partire il cambiamento di cui abbiamo bisogno. Laureato in giornalismo e cultura editoriale, Tommaso Cabassi Palù lavora come fotografo a Reggio Emilia. Amante e studioso della fotografia documentaria, porta avanti la sua ricerca visiva in cerca di stimoli e confronti.

Tommaso Cabassi Palù

Dentro e Fuori

Centro Storico

Stato di quiete apparente è un progetto sul paesaggio che fonde due lavori di ricerca fotografica realizzati con due sistemi antitetici: il grande formato analogico presenta immagini in bianco e nero, il piccolo formato digitale, invece, quelle a colori. Il corpus di opere, nella sua integrità, indaga la forza che mette in equilibrio due essenze dello stesso stato: esterno ed interno, sopra e sotto, dentro e fuori, è infatti solo grazie al loro opposto che i due momenti possono esistere. Così anche nel rapporto che si crea tra i due lavori sussiste una dialettica, ma il punto di unione nel quale l’equilibrio prende forma sembra sempre sfuggire. Grazie al bianco e nero i calanchi della terra lucana, come corpi di grandi pachidermi, paiono gravare esausti sulla superficie terrestre, quasi fossero imbrigliati in una palude, attratti verso il centro del Globo da una forza che resta ignota, celata dalla superficie argillosa. Attraverso il colore viene invece svelato un mondo interno, fatto di caverne, grotte ed ipogei: luoghi in cui la luce potrebbe effondere quella stessa forza, trovare per essa uno spiraglio e una possibile manifestazione che però non si lascia afferrare. È una luce accecante quella che trapela in questi luoghi […]

Tiziano Rossano Mainieri

Stato di quiete apparente

Centro Storico

Descrizione progetto L’architettura moderna è un movimento architettonico che ha avuto inizio alla fine del XIX secolo e si è sviluppato nel XX secolo. Si distingue per l’uso di forme semplici, linee pulite e l’adozione di nuove tecnologie e materiali, come il cemento armato e il vetro. Queste caratteristiche hanno permesso agli architetti di creare edifici che erano esteticamente innovativi e funzionali. Ha avuto un impatto significativo sulla cultura europea, poiché ha rappresentato una rottura con il passato e ha aperto la strada a nuove forme di pensiero e di espressione. Inoltre, ha permesso di creare edifici che rispondessero alle esigenze della società moderna, sia in termini di funzionalità che di estetica. L’architettura moderna rappresenta una forma di espressione dell’identità europea in evoluzione. Le fotografie esposte nella mostra mostrano come l’architettura moderna sia una rappresentazione visiva dei cambiamenti culturali, sociali e politici che hanno caratterizzato l’Europa del XX secolo. In questo senso, l’architettura moderna è un’espressione dell’identità europea in continua evoluzione e una testimonianza della sua ricerca di un’identità coesa e distintiva.

Stefano Montagner

Architettura moderna come espressione dell'identità europea in evoluzione

Centro Storico

Le immagini di Stefano Graziani non possono essere semplicemente racchiuse in uno o più generi perché sono visioni selezionate da cui emergono racconti che ci accompagnano ogni volta verso profonde riflessioni sulla condizione umana, sul mito, sulla natura, sulla notte, sulla magia, sui linguaggi perduti, sulla memoria. Nel lavoro presentato a NEUTRO, Fotografie senza testo, Graziani estrae l’immagine dal suo contesto informativo e ne sottrae un’utilità originaria, trasformando il documento fotografico in un potente strumento di stimolo dell’immaginazione e, grazie a questo, di rigenerazione poetica. “Con una conoscenza abbastanza imprecisa o perlomeno settoriale della storia della fotografia, negli ultimi anni mi sono interessato ai generi, ovvero i cliché che ci permettono di riconoscere o distinguere una fotografia rispetto ad un’altra come una fotografia di paesaggio, di ritratto, di natura morta. Includo tra questi i cosiddetti generi minori della rappresentazione e quelli specificamente fotografici – industriale, di strada, reportage; tutte categorie che spaventano non poco. Queste mi interessano in quanto specifiche potenziali fotografie e visioni possibili. L’invenzione dei generi non è che il primo tentativo (riuscito) di istituzionalizzare l’arte. Si può dire molto probabilmente, ed almeno per me frutto della visione apocalittica di Lewis Baltz, che il momento più prolifico e […]

Stefano Graziani

Fotografie senza testo

Centro Storico

Trova il tuo nome tra il bianco e nero E’ stato un puro caso aver trovato questa piccola installazione mentre visitavo il museo di arte moderna di Bratislava in Slovacchia. Vista la mia passione fotografica per il ritratto , non ho resistito a soffermarmi per cogliere particolari, ed é stato divertente scoprire che con un po’di fantasia ogni manichino puo’avere una sua anima.

Stefano Bigoni Fotogruppo 60

Trova il tuo nome tra il bianco e il nero

Fuori le mura

L’antagonismo facente parte della tradizione mitologica e culturale tra creature angeliche e demoniache si perpetua e trasforma nel corso dei secoli assumendo diversi e mutevoli significati secondo le convinzioni filosofiche e religiose, confermando il concetto dell’evoluzione nel corso della storia del significato. Così come presente e futuro si nutrono del passato, i miti (le simbologie) si trasformano al passo dell’identità in divenire. Occorre, analogamente, una mobilitazione delle coscienze per superare i condizionamenti del passato e trasformare i paesi europei nella grande madrepatria auspicata dai padri fondatori e consegnarla alle future generazioni di cittadini europei ?

SONIA ROSSINI

ANGELI E DEMONI nel Duomo di Reggio Emilia

Centro Storico

Simone Ascari, Nero Levrini, Enzo Zanni IDENTITA’ DIGITALI? L’identità contemporanea in conflitto tra la naturalezza e il tecnologico a cura di Caterina Coluccio

Simone Ascari, Nero Levrini, Enzo Zanni

IDENTITA' DIGITALI?

Centro Storico

TRA SFARZO E FOLCLORE.. vuole contrapporre , la magnificenza della storia del nostro paese , all’inquietudine, alla non curanza, all’apatia per situazioni evidenti delle difficoltà di vita, sopraggiunta negli ultimi anni ;

Silvio Contini

TRA SFARZO E FOLCLORE

Centro Storico

Descrizione Progetto: Straniero/Doxandeem Questo progetto e’ nato in seno a un altra mia ricerca sui ricordi e sul legame con gli oggetti. Tutto è iniziato in seguito al ritrovamento di alcuni vestitini miei e dei miei fratelli che mia madre aveva gelosamente custodito per quasi 50 anni come memoria della nostra infanzia negli anni 70. Ho cercato e trovato alcune foto dell’epoca in cui eravamo ritratti con questi abiti. Successivamente ho deconestualizzato questi abiti “strappandoli” al ricordo di infanzia ritraendoli come semplici abiti cioè oggetti privi di legami e in un secondo momento li ho fatti indossare a dei bambini di una famiglia di immigrati senegalesi che abitano qui nel mio paese dove io fui ritratta 48 anni fa. Da qui l’idea di fare una riflessione più ampia sull’identità dei nostri paesi italiani che negli ultimi 50 anni hanno visto una considerevole mutazione a seguito di vari processi di immigrazione. La coppia senegalese ritratta , Moussa e Fatu’ hanno 4 figli di cui due nati in Italia. L’abito può creare un identità? sicuramente un tempo si aveva meno scelta nell’armadio e con gli abiti si creava un forte legame affettivo ed essi identificavano molto bene lo stato sociale di chi […]

Silvia Lorenzin

Straniero/Doxandeem

Centro Storico

LA FOTOGRAFIA RAPPRESENTA UNA DECISIONE COMUNICATIVA DA PARTE DI CHI COMPIE LO SCATTO, CON IL FINE DI EMOZIONARE CHI LA OSSERVA. CON UNA FOTOGRAFIA SI PUO’ DARE SPAZIO ALLA NOSTRA FANTASIA DI IMMEDESIMAZIONE ED INTERPRETAZIONE, RISVEGLIANDO RICORDI, EMOZIONI E PASSIONI. I BAMBINI DELLA SEZIONE BILINGUE DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA PIO VI, HANNO CERCATO, ATTRAVERSO QUESTE IMMAGINI, DI RACCONTARE UNA REALTA’ MOLTO VICINA ALLA LORO SCUOLA, CON L’OBIETTIVO DI TRASMETTERE L’EMOZIONE CHE, IN QUEL MOMENTO, LA REALTA’ CHE LI CIRCONDAVA, HA SUSCITATO IN LORO.

Sezione bilingue italiano-inglese della Scuola Dell’Infanzia Pio VI

"POINTS OF VIEW"

In provincia Off@School

Serafina Figliuzzi La ricerca di identità, seguita alla morte di suo padre, spinge una riflessione che ha radici legate al concetto di origine, territorio, antropologia sociale. In un percorso a ritroso, iniziato nell’orto in cui si snodava parte del rapporto filiale, ricompone simboli ed elementi connessi all’ “identità” di donna che va oltre lo stereotipo di certa cultura. Non ci sono nella narrazione esodi bensì un’evoluzione intima raccontata nell’assenza di un uomo, pur presente attraverso una fitta corrispondenza di lettere tra padre e figlia e tra padre e madre riscoperti come persone altre dal corpo d’origine Fotografa e ballerina, specializza in danza contemporanea ed espressione corporea, il suo lavoro è intriso di performance, scrittura ed impegno politico poiché attivista dei diritti umani ed avvocata. Ha studiato arte figurativa presso le botteghe di maestri ed artisti contemporanei a Bologna e Venezia, fotografia presso il C.S.F. Adams di Roma, autoritratto con la fotografa Simona Ghizzoni, fotografia autoriale con la fotografa e maestra Nausicaa Giulia Bianchi. Alla continua investigazione sulla natura del linguaggio visivo, la fotografia diventa presto il principale mezzo comunicativo. In essa confluiscono lo studio e la conoscenza del corpo, nella sua relazione e nel suo rapporto ambivalente con […]

Serafina Figliuzzi

E farci poi creature

Centro Storico

Le linee di confine tracciano il profilo di stati e continenti che nel tempo, proprio come un qualsiasi profilo umano, mutano sulla spinta dei venti sociali che ne cancellano alcune e altre ne tracciano. Oggi più che mai una serie di punti in Occidente delimita un’area chiamata “Europa” che racchiude stati diversi negli usi e nelle relazioni. L’Europa però non è solo una linea ma tutto ciò che essa racchiude e l’unico modo per definirla veramente è scoprire chi vive in questi confini. Per questo motivo abbiamo deciso di intraprendere un viaggio fotografico alla scoperta di noi stessi. Il risultato di questo percorso comune è che… siamo noi l’Europa! Coi nostri sogni, le nostre delusioni, le nostre speranze e paure. Il confine quindi non è una linea ma una superficie costituita da dei punti che inevitabilmente siamo noi. Noi che la viviamo. È con questa consapevolezza che finalmente la fotografia diventa veramente utile per scoprire e dare forma a ciò che abbiamo nell’inconscio. Quindi non è più un banale mezzo di rappresentazione del “reale” ma un modo per indagare ciò che siamo. In questa esposizione, ognuno ha cercato di mettere a nudo se stesso regalando all’osservatore la possibilità di riconoscersi…Rriconoscersi […]

SD Factory – Laboratorio creativo – PhotoLab 5

Aeroplano di carta

Fuori le mura

La fotografia è un linguaggio che permette di trasmettere un messaggio, un’idea, una storia, la Storia di se stessi e della propria città in cui le differenze e i cambiamenti diventano ricchezza, possibilità di incontro, di conoscere, di diventare migliori. Noi alunne ed alunni della Scuola Secondaria di primo grado Leonardo da Vinci abbiamo quindi interpretato il tema “EUROPE MATTERS, Visioni di un’identità inquieta. CAMBIAMENTI E TRADIZIONI” secondo il nostro sentire, attraverso le nostre esperienze, con le nostre personalità. Curatori: Caputo Giacomina e Zappellini Mariagrazia.

Scuola secondaria di primo grado Leonardo da Vinci

CAMBIAMENTI E TRADIZIONI

Centro Storico

L’inaugurazione della mostra è prevista per il 21 aprile, ore 11.45, presso la sede della scuola. La stessa mostra sarà allestita e potrà essere vista presso la sede della Società Reggiana di Archeologia, Via Filippo Re, 19

Scuola Secondaria di Primo Grado, “E. Fermi”- Reggio Emilia

Raccontiamoci!

Off@School

Alcuni scatti da un cellulare di una ragazza con un occhio sensibile verso “gli attimi”. Visioni senza filtri della realtà sua durante una serie di avventure all’estero (Francia, Spagna, Italia) e a casa. Sara frequenta l’ultimo anno delle superiori.

Sara Sirotti

Snapshots of a European teenager

Centro Storico

المزهرية : il vaso Gli scatti che ho realizzato raccontano il processo creativo che si cela dietro alla creazione di un vaso interamente realizzato a mano .Ho cercato di riflettere sull’essenza delle cose che ci circondando, di come essa sia strettamente legata alla nostra di essenza diventando parte della nostra vita di tutti i giorni . Il vaso è una metafora , un simbolo di appartenenza comune . Come un unico continente ricco di sfumature e forme diverse esso ci ricorda che siamo noi a definire il nostro essere proprio come le mani dell’artigiano , che libere da ogni schema, danno una forma al suo passato , presente e futuro. I simboli berberi incisi sulla superficie del vaso ci raccontano le origini dell’artista mentre le forme sinuose delineano la sua attuale e nuova strada. Per quanto riguarda il colore ho deciso di utilizzare il seppia per richiamare le calde tonalità del Maghreb facendo così esaltare luci e ombre. Le foto ambientate all’interno del piccolo laboratorio regalano una visione semplice ma profonda dell’identità dell’artigiano . L’argilla diventa quindi un tramite , uno strumento per esprimere la propria anima in tutte le sue forme. PROGRAMMA EVENTI Meridiano361 – Via Guido da […]

Safia El abdaoui

المزهرية : il vaso

Centro Storico

L’ artista esprime la propria personalità e la propria creatività attraverso forme e decorazioni insolite. La scelta di decorazioni surreali permettono l’ osservazione del mondo interiore e e dell immaginazione, aspetti che possono contribuire a definire l’ identità. Inoltre, le lampade stesse possono essere considerate come una rappresentazione simbolica dell’identità umana, in quanto sono composte da elementi diversi che si uniscono per creare un’immagine coerente e funzionale. In modo analogo, l’identità di una persona è costituita da diverse componenti – quali la cultura, la personalità, le esperienze di vita – che si combinano per creare un’immagine globale di sé stessi. Le lampade quindi, possono essere lette come una rappresentazione artistica dell’identità umana, che può essere sorprendente, enigmatica e originale.

SACO

Identità in luce

Immagini scattate nelle strade dell’India nel 2019, a Mumbai e Hyderabad, due metropoli con le loro maestose contraddizioni. Ho scattato queste foto con l’intento di documentare una visione reale, di strada, fuori dai circuiti turistici.

Rossano Crotti

Immagini dall'India. Mumbai e le immagini di tante identità nella metropoli indiana.

In provincia

Il progetto fotografico e espositivo “f53 visioni sul futuro del cibo” si inserisce tra i temi culturali sviluppati dal Comune di Luzzara nel 2023, in occasione dalla celebrazione dei 70 anni del libro di Cesare Zavattini e Paul Strand “Un paese”, ambientato a Luzzara e considerato il primo libro fotografico italiano ed esempio della realtà sociale dell’epoca. La suggestione di raccogliere il testimone da illustri autori che si sono succeduti nei decenni nel raccontare con immagini e testi quanto fosse cambiato il luogo, si manifesta quindi in occasione di questo anniversario, ma con la volontà di procedere oltre con una possibile previsione sui successivi 30 anni, ampliando così il messaggio che riceviamo ancora oggi da questa straordinaria opera editoriale. Il focus sulla food photography, genere e ambito narrativo utilizzato in questo progetto, incontra poi l’attuale tema di Fotografia Europea, suggerendo lo sviluppo di un’analisi dell’evoluzione gastronomica nel vecchio continente, le cui genti possono essere considerate accomunate, sia pure con le dovute varianti, da abitudini alimentari simili. Con questa esposizione Luzzara, piccolo centro della bassa reggiana, diventa, ancora una volta, punto di partenza per trattazioni legate a territori e ambiti ben più ampi. Inaugurazione e apertura mostra sabato 13 maggio 2023, ore 17:30 La […]

Roberto Savio

f53|visioni sul futuro del cibo

In provincia

DESCRIZIONE Lützerath era un villaggio di poche case situato a 50 km da Colonia (Germania), che si affacciava direttamente su Garzweiler e Hambach, le miniere di lignite (la tipologia di carbone maggiormente inquinante) a cielo aperto più grandi del mondo. Dal 2020 èdiventato il simbolo del movimento di giustizia climatica tedesco quando centinaia di attivistə hanno decisodi occupare il territorio conteso tra l’ultimo contadino rimasto nel villaggio e RWE, la societàpiùinquinantedelcontinente per emissioni di CO2 nell’atmosfera. L’Italia, secondo l’agenzia Re-Common e il programma Presa Diretta andato in onda su Rai 3,ècomplicefinanziariamente con soldi pubblici e privati tramite la cassa depositi e presiti SACE, le societàAzimut, Anima e IntesaSan Paolo tra le altre. Piùdi 50.000 persone sono state riallocate e decine di villaggi distrutti nel corso degli anni perfar posto alla miniera di carbone, visibile dallo spazione e grande quanto la cittàdi Colonia. Dei 6 villaggi che originariamente avrebbero dovuto scomparire nella miniera di carbone, 5 sono stati salvati grazie alla resistenza locale. Purtroppo, il villaggio di Lützerath è stato sgomberato e distrutto a inizio del 2023, poiché si trovava geograficamente sulla strada dell’espansione della miniera di carbone. La notizia ha richiamato l’attenzione delle maggiori testate internazionali nei due anni di […]

Roberto Maggio

Lützerath, il villaggio contro la miniera di carbone

Centro Storico

Può una fotografia danzare con una canzone? È la domanda che si sono posti gli autori, a monte di questo progetto. Ognuno di loro si è lasciato guidare dalla propria istintiva passione per musica e fotografia, in condivisione di un’idea che durante la realizzazione si è fatta certezza: la risposta è si. www.circolofotograficotannetum.com

Roberto Fochi, Manuel Romani, Gianluca Rosselli, Gianfranco Salsi, fotografi soci del circolo fotografico Tannetum

“Before this dance is through I think I'll love you, too I'm so happy when you dance with me” (Lennon - McCartney)

In provincia

GRAND HOTEL BELGRADO Mostra del fotografo Roberto Brancolini Migliaia di migranti, quasi tutti molto giovani, anche minorenni, provenienti principalmente dall’Afghanistan e dal Pakistan, scappati o mandati via dalle loro famiglie, per evitare di essere uccisi, o arruolati, dai talebani, percorrono ogni anno la Balkan Route. Arrivano in Serbia, dopo un viaggio che può durare mesi – se non anni – prima di tentare l’ingresso nell’Unione Europea, attraverso la Croazia o l’ Ungheria, e si fermano a Belgrado, nei pressi della stazione ferroviaria, in una zona dove si trovano grandi e fatiscenti magazzini abbandonati, che diventa il loro rifugio. Qui vivono, in balia del freddo – che di notte raggiunge anche i -15°- prima di tentare di passare l’ultima frontiera. Mostra a cura di Marco Menozzi Organizzata da Il Mauriziano – Progetto collaborativo Palazzo Vecchio Link al sito personale del fotografo Roberto Brancolini: Home

Roberto Brancolini

GRAND HOTEL BELGRADO

Fuori le mura

Europa, territorio che racchiude in se paesaggi dalle caratteristiche opposte, formati da natura ed elementi antropici. I molteplici ecosistemi, così vari tra loro, si ripetono, ritrovando ambientazioni ricorrenti su tutto il territorio europeo, quindi un luogo richiama altri luoghi simili e il particolare rappresenta il tutto.Il contrasto tra le piccole abitazioni e l’immensità dei monti ampi e dei cieli vasti rappresenta visivamente il concetto di piccolezza dell’uomo rispetto alla vastità del mondo e di esistenza cupa rispetto ai colori vibranti della natura. Luoghi di frontiera diventano abitabili nonostante non offrano le condizioni ottimali per essere abitati e vengono colonizzati dall’espansione umana. Se l’essere umano tralascia le cure di ciò che ha costruito, la natura si riappropria dei propri spazi, e le case, di ogni parte del mondo, diventano parte integrante del paesaggio, mescolandosi con esso. Richard Moyse, cittadino reggiano, nasce in Regno Unito nel 1993. Alimenta e sviluppa la sua creatività studiando al liceo artistico di Reggio Emilia, prosegue gli studi universitari in due prestigiose università in Inghilterra: la University of Bristol per ampliare e approfondire le sue conoscenze sui paesi slavi e dell’est Europa e la University of the West England per diventare filmmaker. I suoi documentari sono visionabili […]

Richard Moyse

Home

In provincia

Queste fotografie sono luci di un teatro che racconta di solitudine, vuoto, e assenza di eventi. Le figure umane sono ritratte in momenti di pausa, riflessive o in attesa di un indefinito. Il racconto fotografico si dipana così, prima e dopo lo scatto della macchina fotografica, e si scopre solo attraverso l’immaginazione dell’osservatore. “La strada che Riccardo Varini individua per la sua fotografia è legata al saper ritrovarne le radici nella pittura. Così, non è un caso che si comporti come un pittore che mette in posa, colloca i propri modelli, fissa distanze, espressioni, stabilisce come su un set le fonti di luce e, alla fine, riprende gli interni oscuri con le luci taglienti e le ombre di Franz Hals, di Rembrandt, di Vermeer, o gli esterni con le strutture fuori del tempo di Hopper. Riccardo Varini, suggerendo la lunga durata delle immagini e l’esigenza di uno sguardo lento, lento certo come i tempi di costruzione delle sue fotografie, lento come i tempi di costruzione di un dipinto, peserà nel dibattito sulla fotografia oggi, e sulla idea di un più evidente possibile ritorno della fotografia alla propria matrice, la pittura, una matrice dalla quale in fondo non si è mai […]

Riccardo Varini

COME IN UN QUADRO

Centro Storico

Questo progetto fotografico é un omaggio a Reggio Emilia, che ormai considero la mia città di adozione. Le fotografie ritraggono scorci conosciuti della città con l’intento di catturare l’intima bellezza del quotidiano. La fotografia è stata un mezzo espressivo che mi ha permesso di superare le difficoltà vissute da immigrata. Immortalare con il mio personale stile gli scorci, i colonnati sotto i portici, il viavai delle piazze mi ha permesso di sentire più vicina la mia nuova città e di poter respirare l’aria di una nuova casa. Le fotografie in bianco e nero, con la loro atmosfera malinconica, ma mai triste, e la loro prospettiva originale, rappresentano un invito a guardare oltre le apparenze e a cercare di comprendere le storie personali di chi vive nelle nostre città. Raluca Butnaru Nata in Romania nel 1977, vivo in Italia dal 1996, fotografo da più di dieci anni. Fotografo sempre per passione, con passione e piacere. Mi esprimo attraverso le fotografie, prevalentemente in bianco e nero, che hanno un tono malinconico e poetico.

Raluca Butnaru

Reggio Emilia

Centro Storico

All’azienda La Piccola si definiscono semplicemente agricoltori produttori di vino, orgogliosamente indipendenti. Al suo interno è perfettamente percepibile la storia aziendale, unita alla tensione per lo studio e l’innovazione continua del prodotto. Nei particolari punti di vista dei locali, nei simboli e nelle originali forme presenti nelle immagini degli Autori Refoto, si possono ritrovare molti di quegli elementi che contraddistinguono l’identità di questa vitale realtà vitivinicola. Autori: Sergio Boselli, Matteo Curti, Francesco Faedda, Cristina Mantovi.

Progetto Refoto “La Piccola”

Tradizione e Innovazione come identità

Il fotografo albinetano Primo Montanari sta da anni compiendo una ricerca fotografica dedicata alla street art e ai murales disseminati nella città di Reggio Emilia, alcuni dei quali stanno scomparendo. Grazie alla disponibilità di FCR ha avuto l’opportunità di fotografare il murale “Cadavre Exquis” di Yuval Avital, realizzato per mano dello street artist Simone Ferrarini sui muri esterni dei Magazzini di via Doberdò a Reggio Emilia. Le fotografie, raccolte in un libro d’artista e stampate su cromalux, materiale metallico di ultima generazione, presentano una grande qualità sia sotto il profilo tecnico che artistico, consentendo di apprezzare alcuni dettagli del lavoro di Avital e facendone emergere aspetti inediti e sorprendenti da un punto di vista formale e coloristico. L’interesse di Montanari si è rivolto in particolare ai volti bestiali, ai colori e alle forme che sotto la lente del suo obiettivo creano trame inaspettate e particolari, svelando nuove identità, decisamente inquiete. La mostra è realizzata dal Comune di Albinea in collaborazione con FCR Farmacie Comunali Riunite di Reggio Emilia e con la Farmacia Comunale di Albinea. Primo Montanari, fotografo albinetano allievo di Stanislao Farri. Di recente ha ricevuto un importante riconoscimento all’ottava edizione del Luxembourg Art Prize 2022, insieme ad artisti […]

Primo Montanari

Omaggio fotografico a “Cadavre Exquis” di Yuval Avital

In provincia

“Life of Beit Jala” nasce nel contesto di una più ampia collaborazione ed amicizia che lega la città di Reggio Emilia alla città di Beit Jala in Palestina. Questa relazione – ufficializzata in un Patto di amicizia nell’anno 2005 – ha visto anche la sottoscrizione a Reggio Emilia di un vero e proprio Patto di gemellaggio tra le due città nel 2019. Le relazioni tra le due città si sono negli anni sviluppate grazie ad una rete di realtà istituzionali e del privato sociale che hanno permesso a cittadini e agli enti delle due città di conoscersi, sviluppare progetti, scambi e iniziative comuni. Tra queste il progetto Oasi (promosso da Comune di Reggio Emilia – RTM e Fondazione Reggio Children e finanziato dalla regione Emilia Romagna) ha portato alla co-progettazione uno spazio verde pubblico nella municipalità di Beit Jala attraverso un lavoro condiviso tra enti locali, associazioni e cittadini. “Life of Beit Jala” nasce dal lavoro di Power Group, una realtà di giovani fotografi palestinesi che hanno partecipato al progetto. Nei loro scatti raccontano frammenti di quotidianità di questa città e dei suoi abitanti attraverso i loro gesti e le loro tradizioni.

Power Group

Life of Beit Jala

Centro Storico

Pierluigi Lucietto “ Linee essenziali ” – Bianconero su cartoncino Artista poliedrico e creativo, fabbricante di emozioni, molti gli ambiti di ricerca ed interpretazione fotografica. Nel 2008 riceve dal Comune di Rosà un riconoscimento per il contributo dato alla crescita culturale della comunità attraverso l’arte della fotografia. Nel 2010 riceve dalla F.I.A.F., Federazione Italiana Associazioni Fotografiche il riconoscimento di “Benemerito della Fotografia Italiana” – B.F.I. Ideatore di Bassano Fotografia, contribuisce alla diffusione della libertà espressiva e del pensiero fotografico innovativo, sempre alla ricerca ed alla scoperta di nuovi orizzonti.

Pierluigi Lucietto

“ Linee essenziali ”

Centro Storico

BRICOLE – APPARTENENZA SOLITARIA Il senso di appartenenza deriva dal sentirsi socialmente accettati, dal far parte di un gruppo che condivide determinate caratteristiche e dalle capacità, attuate attraverso e con il gruppo, di raggiungere obiettivi preclusi al singolo individuo. Questa condizione umana può però essere ricondotta anche al mondo animale e trasferita agli oggetti inanimati: in questo mio progetto ho voluto esprimere il solitario senso di appartenenza delle Bricole all’interno del sistema più ampio della Laguna Veneziana. La Laguna di Venezia è disseminata di grossi pali che, a gruppi di tre o più, indicano i canali navigabili all’interno dei quali la profondità dell’acqua è tale da poter essere navigabile anche in condizioni di bassa marea. Queste sono le cosiddette “bricole”. Le bricole in mezzo all’acqua possono essere viste come una metafora degli esseri umani nella società. Da sole, possono sembrare inutili e prive di scopo, ma quando viene allargato il campo visivo ed ottenuta una visione d’insieme, si percepisce una struttura solida e robusta. Allo stesso modo, gli esseri umani da soli possono sentirsi insignificanti e impotenti, ma quando lavorano insieme e si appoggia no l’uno all’altro, possono creare qualcosa di grande e importante. La forza della comunità è molto […]

Pasquarelli Marco

Bricole - Appartenenza solitaria

Centro Storico

Ho fermato tante persone che erano in transito da un posto a un altro, perché potessero rimanere impresse nella mia memoria, nel mio cuore, sulle mie carte foto sensibili. Ho fotografato uomini e donne apparentemente felici o apparentemente tristi, persone in viaggio, persone inquiete, persone contente di essere ferme con me, altre pronte per scappare, pronte per partire, pronte per andare, pronte per tornare, pronte per rimanere. Tutte erano con la loro auto, MEZZO per raggiungere mete vicine, mete lontane, mete usuali, mete nuove, mete giuste, mete sbagliate. Alcune amavano l’Automobile, altre la sfruttavano, alcune la adoravano, altre la odiavano. Ma tutte la guidavano, o forse si facevano guidare da lei a loro volta.

Paolo Pelosi Bonini

IO E LA MIA SPIDER

Centro Storico

BERLINO Da capitale dell’impero germanico, poi frammentato dalle grandi guerre, Berlino è successivamente passata dall’essere la città simbolo della divisione tra quell’Europa occidentale che iniziava a prendere una forma unitaria ed il cosiddetto “blocco sovietico” della parte orientale, all’essere la dimostrazione della volontà di completa unificazione dei popoli d’Europa. Oggi, i simboli della divisione sono sì importanti testimonianze ma avvolte e sopraffatte dal turismo, dalla modernità e da nuovi poteri che, pur sospinti da finalità commerciali, inevitabilmente finiscono per annullare le antiche divisioni ideologiche. Ci si può chiedere allora se questa possa essere un’accezione positiva del concetto di “nuovi imperi commerciali” o se invece ciò non sia, appunto, solamente un nuovo imperialismo.

Paola Mammi

BERLINO

Centro Storico

INQUIETUDINE “mani mani mani, braccia, volti, anima e un po’ di mistero”. Queste parole di Orianna dicono di uno sguardo partecipe che racconta per immagini quella sottile frenesia, potenzialmente parossistica, che solitamente riconosciamo come il sentimento dell’ inquietudine. Sono queste solitudini condivise, sono mani che si cercano, capelli che si intrecciano, sono i veli che svelano il mistero di anime turbate in quiete pose. ff

ORIANNA GAZZOTTI

INQUIETUDINE- ORIANNA GAZZOTTI in mostra alla Loggia dell'OLMO e la QUERCIA

Fuori le mura

Con Bosco Mistico ZENONEcontemporanea presenta la recente ricerca di OOOPStudio, che convolgerà il pubblico in un ambiente immersivo e spiazzante, scenografato da una natura “nuova” che non potrà non portarci verso una riflessione profonda sulle inquietitutidini del nostro contemporaneo, drammaticamente segnato da un degenere rapporto con l’ambiente, in ogni sua declinazione.

OOOPSTUDIO

Bosco Mistico

Centro Storico

ROTY (Rookie Of The Year) è un contest RAP/TRAP organizzato dal collettivo CULT. Il contest nasce per dare spazio alle parole, alla musica ed all’espressione artistica dei/delle ragazzi/e del nostro territorio. La musica “Trap” e quella “Rap” sono spesso visti con gli occhi della diffidenza e le persone che abbracciano questa cultura sono additate come violente, delinquenti, nullafacenti o addirittura come un’offesa in carne ed ossa alla “vera” musica. La nostra visione è stata quella di creare uno spazio per questi/e ragazzi/e, per ascoltare le loro parole, i lori testi e le loro vite per mostrar loro che non tutta la società che li circonda guarda e vede nello stesso modo. Grazie ai nostri evidenti gli artisti hanno trovato un luogo dove raccontarsi a 360 gradi, dove tramite le rime hanno raccontato i loro sogni, le loro paure ed il senso di disagio che affrontano tutti i giorni, ossia quello di non essere ascoltati. Le fotografie sono state scattate da Omar Essam.

Omar Essam

Rookie Of The Year

Fuori le mura

Cosa significa identità? Chi è l’essere umano? ESSERE UMANO. ESSERE IN EMOZIONE nasce da questi interrogativi delle bambine e dei bambini della sezione di Scuola dell’Infanzia Otello Sarzi. Un percorso progettuale che ha posto una lente su ciò che per i bambini significa “essere umano”. “È un umano. È la carne, è l’osso, il muscolo, è la forza!” Martino “Un umano ha due braccia, due gambe, la bocca e la faccia. Dentro c’è il cervello e il cuore”. Niccolò “Un essere umano è una persona che pensa di fare qualche cosa, dopo ha un’idea e poi fa delle cose” Maelle. Un essere fatto di corpo ed emozioni ma anche capace di un pensiero progettuale. I bambini osservano la figura umana per poi soffermarsi sul volto, indagato nelle sue forme, nei suoi dettagli, nei suoi particolari, nei segni delle sue espressioni ed emozioni, tratti distintivi unici. Una piccola comunità con grandi teorie, capaci di schiudere punti di vista differenti sulla ricchezza del mondo che ci circonda, su una realtà che sente il forte bisogno di essere multi-culturalmente vista e riconosciuta. Da questo percorso nascono scatti fotografici che narrano di ESSERI UMANI come ESSERI IN EMOZIONE, di identità in costruzione e in […]

NIDO SCUOLA OTELLO SARZI

ESSERE UMANO. ESSERE IN EMOZIONE.

Off@School

“Tutto il mondo ha le sentimentezze, tutte le persone, e non solo”_ Mattia 5 anni Sentimentezza è un neologismo inventato da bambine e bambini del nido scuola Faber nel momento in cui era necessario per loro descrivere la relazione presente tra qualcosa che si percepisce nel profondo e il riflesso sensibile sul corpo. Da qui è partita una ricerca nella quale adulti e bambini si sono messi in ascolto delle proprie emozioni, ricercando forme e modi per esprimerle ed interpretarle attraverso i linguaggi della fotografia, del corpo e della voce. L’indagine sulle sentimentezze è diventata un’occasione per osservare e conoscere l’altro, valorizzando le soggettività e il senso di appartenenza alla comunità degli esseri umani.

Nido Scuola Faber, cooperativa Panta Rei

Sentimentezze

Fuori le mura Off@School

Sia mano, sia occhi, sia bocca, sia luce, sia respiro, sia tutto, ma sia anche il corpo quando vedi. Evelin 4 anni Solo se riusciremo a vedere, toccare, assaggiare e respirare l’Universo come un tutt’uno, in cui la bellezza sta nella sua diversità, come ci insegnano i bambini, è proprio allora che riusciremo a capire veramente chi siamo.

Nido scuola Choreia

Per vedere le cose dobbiamo respirarle _Rheaan 4 anni

Centro Storico

“ Tutto ciò che è oggetto di scambio deve essere in qualche modo commensurabile . A questo scopo è stata inventata la moneta .. “ Prima metallica , poi cartacea ed ora elettronica , oggetto di MOVIMENTI bancari , la moneta è lo strumento di pagamento utilizzato dagli individui per comprare ciò di cui hanno bisogno . La sua evoluzione ha accompagnato lo sviluppo delle civiltà ed oltre a svolgere funzioni economiche fondamentali , pone in relazione culture e società diverse. Individui , prodotti e servizi di varia provenienza . Nonché differenti modi di contare i linguaggi . In un certo senso , dunque , è anche elemento di aggregazione . Nasce l’esigenza di capire come l’euro, segno tangibile dell’integrazione europea e unità di conto dei mercati , abbia , nella sua nuova forma digitale , cancellato il senso stesso della sua invenzione : lo scambio . Le identità individuali e di conseguenza quelle collettive hanno ragione di evolvere solo laddove esiste lo cambio , un movimento di dare e vare di reciprocità . Con la mia visione fotografica voglio porre l’attenzione proprio su questo movimento eseguito dalle danzatrici e l’uso di tempi di scatto dilatati per sottolineare che il […]

Nicola Stasi

La Moneta

Centro Storico Fuori le mura

Nel viaggio delle identità: come l’Europa ci sono nazioni che hanno vissuto in tempi non sospetti un crocevia di popoli che hanno contribuito a creare la situazione attuale, con tutte le sue sfacettature e meraviglie che il popolo, come la terra, ti possono donare. Parlo della Giordania, nazione unica che è stata soggetta di varie guerre nel corso dei secoli, fino alla realtà attuale. Una popolazione multietnica, piena di sorprese, dove la religione principale è l’Islam, ma la stessa terra è madre di luoghi fondamentali per la storia ed il culto dell’ ebraismo e del cristianesimo, qui si erge il monte Nebo e scorre il fiume Giordano. In un mondo dove sempre più spesso l’identità viene macchiata dalla tecnologia, in Giordania ho trovato una verità diversa, dove quando chiedi “quanti anni hai” ti rispondono “non è importante l’età, io non la so”. Attraversando il deserto senza linea telefonica riesci a sentire nuovamente la libertà che vediamo sempre più sfuggire.

Nicola Messori Gambini

Giordania - Crocevia di popoli

Centro Storico

Dharma, Le cose così come sono. La legge naturale che governa la nostra vita, insieme al karma. E se questa parola la colleghiamo a Buddha, il Buddharma, ecco che diventa l’insegnamento di Buddha, un Risvegliato che ha indicato una via, un cammino utile alla traversata. Dalla giovinezza alla vita meditativa, il Buddha resta lì immobile davanti al grande fiume come in meditazione. Il sole scende per lasciare spazio al buio, una luce che staglia il cielo, quei colori vivi ancora che illuminano. Ecco l’Illuminazione, colui che si è risvegliato alla verità o alla legge della vita, il Dharma appunto. Questa verità è eterna e senza limiti. Monica Baldi, classe 1985, nasce a Reggio Emilia e attualmente vive e lavora tra Reggio Emilia e Riccione. Ha esposto in diverse mostre personali e collettive a Reggio Emilia, Mantova, Cattolica, Riccione. Due sono i progetti a cui costantemente lavora: “Rimini Rimini” e “Dharma”, una costante ricerca di soggetti ma anche di supporti su cui stampare, che non è mai semplice carta fotografica.

Monica Baldi

DHARMA

Centro Storico

titolo: C’E’ UNA BELLA DIFFERENZA artista: Mirko Frignani testo a cura di Marco D’Azzo Le crepe, come le rughe, sono regali del tempo. Un tempo che scandisce il nostro avanzare, curioso. Senza tempo tutto sarebbe statico, fermo e in gelatina. Senza tempo non avremmo modo di avanzare senza prestare la dovuta attenzione e non avremmo modo di soffermarci, di sospenderci, di scrutare in profondità, attenti e affamati. Non avremmo modo, in nessun modo, di guardare con attenzione il continuo fluire del cambiamento. Un cambiamento a tratti rapido e scattante, a tratti lento e profondo. Non avremmo modo, in nessun modo, di percepire e di reagire, cercando un gesto congruo, una parola adatta. Non avremmo modo di capire, semplicemente, o almeno di cercare di capire. Nelle crepe, come nelle rughe, si legge la vita profonda delle cose, la vita sorprendente dell’altro. Quante scoperte, quante ovvietà, quante miserie e quanta meraviglia si scoprono prendendosi il tempo per ammirare quanta ricchezza vive nella differenza, quella tra noi e l’altro, complicata da quella tra ieri e oggi, tra il prima e il dopo, tra l’oggi e ciò che verrà. E quindi scaviamo e scaviamo e scaviamo, fino alle rovine, fino al cuore delle cose, […]

Mirko Frignani

C'E' UNA BELLA DIFFERENZA

Centro Storico

Pensando all’Europa quello che compare nella mente di molte e molti è il grande Nord, efficiente, moderno, veloce e tecnologico. Poi, andando a Sud, emerge accanto al mare il ricordo di un’altra Europa, quella ben ancorata nel Mediterraneo, ponte di culture aldilà e al di qua dal mare. Durante un viaggio in Sicilia di alcuni anni fa ho realizzato come vibrasse ancora intensamente sotto pelle il legame con il Mediterraneo e le culture altre e mi sono chiesta: ‘e se l’Europa tornasse a volgere il suo sguardo verso Sud’? Verso il richiamo di un altro approccio alla materialità, più lenta, più attenta ai sensi e meno incentrata sull’inseguimento costante di una freneticità votata all’alienazione. Tutto questo è ‘Mediterranea’, da intendere sia come richiamo dell’esotico sia ad una dimensione umana perduta ma che si vorrebbe ritrovare. Michela Sartini, classe 1988, è una fotografa e documentarista italiana. Inizia a scattare fotografie nel 2011 interessandosi di tematiche sociali come i fenomeni di gentrificazione urbana, le condizioni delle persone migranti e le lotte per i diritti della comunità LGBTQ. Inizia a lavorare con la fotografia nel 2019 occupandomi di reportage in vari ambiti dalla fotografia di scena teatrale alla fotografia di matrimonio, […]

Michela Sartini

Mediterranea

Fuori le mura

Michael Ackerman è uno dei fotografi più interessanti e riconoscibili per la sua cifra poetica e “notturna”, che lo contraddistingue. La sua fotografia malinconica rievoca una memoria. Un Sogno. Forse, incubi e presenze di persone a lui care o sconosciuti che abitano le sue visioni, spesso dal sapore cinematografico. Attraverso una selezione di alcune delle fotografie più significative degli ultimi anni, in occasione del Festival di Fotografia Europea, si inaugura questa nuova mostra a cura di Claudio Composti/mc2gallery in collaborazione con Bruno Cattani LA NOTTE, IL CUORE BATTE PIU’ FORTE. Nel lavoro di Michael Ackerman, documentario e autobiografia concorrono alla finzione narrativa che ci trascina nella sua notte. Nel buio accadono le cose più interessanti e si aggirano protagonisti che il giorno non contempla. Ackerman cerca senza paure queste figure. Le sottrae all’oblio e all’indifferenza della vita attraverso i suoi scatti, con interesse quasi antropologico, affamato di racconti e di vita. L’obiettivo diventa così un amplificatore di emozioni. Solitudini. Sogni. Incubi. A volte di pura poesia. Il suo scattare è melancolia allo stato puro. Non c’è guarigione per questo. E’ una giostra di incontri. Relazioni fugaci, come lo sguardo veloce che Michael usa per immortalare questi attimi, di cui ci […]

Michael Ackerman

LA NOTTE, IL CUORE BATTE PIU’ FORTE.

Centro Storico

Un quartiere, un laboratorio, un mestiere, una vita. Quadranti, lancette, pendoli, pesi, molle, bilanceri. Luogo di stupore e meraviglia. Non è solo il fascino dinanzi alla rara preziosità ed originalità degli oggetti ma anche la sensazione di trovarsi al cospetto di una vita armoniosamente abitata dalla musica, dal ritmo, da ticchettii e rintocchi… dall’ esattezza. Forse anche lo stupore di fronte a qualcosa di interrotto e, fatalmente, di incompiuto. Prendersi cura è un’espressione un po’ desueta e forse spesso svuotata di senso che però conserva un significato nobile e profondo; richiama un’assunzione di responsabilità ed un impegno paziente, costante, amorevole. È lo spirito che si immagina abbia animato chi, negli anni, si è impegnato a riportare in vita questi arcani tesori, frutto dell’ingegno e dell’amore per il bello. Gli orologi sono una naturale ed inevitabile metafora del tempo, quasi il tentativo di dar corpo, di imbrigliare un’entità che inevitabilmente ci sfugge. Impossibile sottrarsi al loro incanto mentre, innumerevoli, ti guardano dalle pareti o dalla sommità di una scala, quando ingombrano tavoli e poltrone o colmano casse e ripiani o quando riposano su tovaglie lavorate all’uncinetto. Le loro anime di metallo sono racchiuse in corpi di legno, qualche volta di marmo, […]

Maurizio Ferrari

La cura e il tempo

Fuori le mura

Europa. Molto difficile pensarla unica, singola, davvero unita. Più verosimile riconoscerla nelle sue molteplici identità: Europes. In inglese plurale prende suoni e significati molto diversi. Uno sfregio all’isola che ha scelto la separazione, e allo stesso tempo un curioso richiamo alla culla greca delle origini. Il prefisso -eu- sta a descrivere (in greco) qualcosa di buono, mentre -rope- (in inglese) vuol dire fune, corda, filo, -ropes- al plurale. Per immaginare una Europa oltre le inquietudini disgreganti del nostro tempo forse servono legami e vincoli che non siamo ancora stati capaci di consolidare, non con i metodi adottati finora, calati dall’apparato. Forse serve vedere le linee, uno sforzo di immaginazione per scorgere elementi di connessione anche dove tuttora non vogliamo vederne. Magari sarebbe utile lasciare spazio ad una lucida e benefica ossessione, che possa unire tutti quei puntini solo apparentemente disordinati, come in un passatempo enigmistico da spiaggia. Letta così euROPES è una parola nuova, una specie di mania compulsiva che risolve la complessità in senso inverso, partendo dalla visione individuale: la consapevolezza di una collettività come traguardo di un gioco infantile, mai banale.

MAURIZIO BONFRISCO

euROPES

Centro Storico

“ESSERE (decibel)” non SONO un SOpraNO: SONO solo fraStuONO. diapaSON O SemitONO imperSONO l’uniSONO. Ma se StONO un SuONO allora non SONO. (poesia di Mattia Urlotti) _________________________ I D E n t i t A’ Identità nascoste Identità violate Identità svanite Identità in pericolo Identità frammentate Identità misteriose Identità affermate Identità in trasformazione _________________________ Mattia Urlotti – Classe 1982, è un artista multidisciplinare che si divide tra fotografia, pittura e scrittura. Pratica la fotografia da oltre 15 anni e le sue opere sono state esposte presso rassegne nazionali e internazionali. Per il suo stile concettuale e intimista è stato definito “il fotografo del silenzio”. È autore del libro “Ti scatto una parola” (Albatros, 2020), un percorso di ricerca artistica e interiore che fonde poesia e fotografia. Collabora con blog letterari e fotografici. Nel 2021 ha esordito nel campo della pittura materica, sviluppando un’innovativa tecnica misto-acrilica e avvalendosi di materiali di origine naturale e di recupero. Visita il sito poegrafia.it per maggiori informazioni sulle opere e i progetti in corso; per leggere di fotografia, arte e cultura scopri il PoeBlog. Profili social: Instagram – Facebook

Mattia Urlotti

I D E n t i t A'

Centro Storico

Con questo mio lavoro ho voluto indagare l’inquietudine dell’età adolescenziale, da sempre il momento dell’evoluzione dell’uomo maggiormente carico di sensazioni forti e contrastanti. In seguito alla pandemia che abbiamo affrontato, queste sensazioni e questa inquietudine si sono caricate di ansie, crisi di panico, insicurezze ancora maggiori per cui è molto difficile per un adolescente di oggi riuscire a trovare un posto nel mondo, una propria identità, saper individuare cosa voler fare e cosa voler essere da qui a qualche anno…

MASSIMO SASSI

L'inquietudine dell'adolescenza

Centro Storico

Il ri-tratto come volontà e rappresentazione Dallaglio porta a Reggio Emilia, sua città natale, una selezione di scatti eseguiti tra il 2004 e il 2014 che vede protagonisti attori di fama internazionale come Denzel Washington e maghi come Uri Geller, ma anche performers e persone comuni che ha ritratto allestendo set – tra la Sardegna, la Valle d’Aosta e Reggio Emilia – con una “fotografia” ispirata al cinema. In questa ottica si inserisce un omaggio a Quentin Tarantino: una ricostruzione fotografica della sceneggiatura di “Grindhouse – A prova di morte (Death Proof)”. “…fin da bambino sono sempre stato un “divoratore” di film… dopo avere lavorato con la fotografia per la pubblicità, l’editoria, la moda, ed in altri ambiti dove spesso e volentieri il “taglio” richiesto è verticale, ho sviluppato tutta la mia ricerca con un taglio “orizzontale”, quello usato nel cinema appunto… ma non solo il taglio, anche la costruzione delle mie immagini avviene esattamente come nel cinema: la diversità e molteplicità delle fonti luminose, i movimenti della camera ed i relativi cambi di “fuoco” dialogano con lo spettatore animando una sceneggiatura all’interno della quale soggetti famosi e non, diventano una dinamica circolare… Nella fotografia come nel cinema, il mondo […]

MASSIMO DALLAGLIO

CELEBRITIES MATTERS

Centro Storico

“A volte è proprio errando che troviamo le nostre radici più profonde, radici per così dire ‘aeree’, che non ci legano a un punto esatto del globo, ma a popoli e luoghi con cui scopriamo di avere reali affinità” Christine Jordis Nel cammino, nell’esplorazione lenta che il camminare consente e costringe, ho trovato un mio personale strumento per ricercare e coltivare queste radici aeree, sempre in continuo movimento e quindi in dis-equlibrio. Ricerca che parte da un moto individuale ma che vive se e solo in relazione con persone e paesaggi La mostra è promossa da R nel bosco di piazza Fontanesi 6

Massimiliano Massimelli

In cammino

Centro Storico

A RIBBON AND A PRAYER – secular premises turned into sacred spaces Il progetto rivela la trasformazione culturale e sociale di luoghi precedentemente dedicati al lavoro, all’abitazione, al commercio, al tempo libero, in “case di Dio”. Piccoli magazzini, capannoni industriali, laboratori, fattorie, sono stati forzati a cessare la loro attività, anche per via della globalizzazione, o per il cambiamento di paradigmi economici e/o sociali. Le comunità religiose di tutta Europa e non solo stanno ristrutturando in molti casi questi edifici, trasformandoli in luoghi di preghiera … così come la comunità dei lavoratori e dei commercianti scompare, alcune comunità invisibili (spesso composte di emigranti) hanno dato a questi spazi una nuova luce, una nuova prospettiva; tutte le confessioni religiose sono toccate dalla ricerca, come l’Induismo, il Cattolicesimo, le Chiese Evangeliche e Pentecostali, i Battisti, l’Islam, il Sikhismo, Taoismo, Buddismo e molte altre. Il progetto fotografico, al momento principalmente europeo come estensione geografica, ma con l’obiettivo di estendersi a tutti i continenti, dà una rappresentazione di tutte le religioni esistenti sul pianeta al fine di realizzare auspicabilmente una ricerca antropologica attraverso le immagini sull’evoluzione di spazi ed oggetti in luoghi di adorazione. Il “nastro” ricorda nel medesimo tempo sia quegli oggetti che […]

Massimiliano Camellini

A ribbon and a prayer - secular premises turned into sacred spaces

Fuori le mura

L’inquietudine di questo momento storico é causata da un comprensibile vacillare del senso di appartenenza all’Europa, oggi più che mai sfidata a livello politico, economico e sociale. La delicata operazione di ridisegnare, in contesti nuovi, i contorni dell’identità europea impone, in primo luogo, di interrogarsi circa l’identità di ciascuno di noi, nonché sulle molteplici verità cui ognuno di noi approda guardando ad una stessa realtà. Nell’intento di definire Europa la nostra casa, capire cosa é casa é un buon punto di partenza. Questa mostra é un suggerimento: una selezione di immagini famigliari di straordinaria normalità che offre la possibilità di soffermarsi sulle cose quotidiane e genuine. Queste immagini di quiete rappresentano per l’autrice casa, senso di appartenenza e identità, dall’infanzia all’età adulta. Il riferimento biblico riguarda la delizia ma esclude il peccato e ogni senso può bearsi nella moltitudine di colori forme e profumi che la natura ha da offrire: nessun frutto é proibito. Personal Eden è un’antologia di momenti di pace, mostra ibrida di fotografie e disegni a matita, che racconta serenità e gratitudine nella forma più pura, con un approccio sincero e senza distopici filtri concettuali.

Marta Laurenti

Personal Eden

Centro Storico

Appunti di Teatro Parole e musica, emozioni brevi che in un attimo si fissano nel tempo con una immagine.

Mario Cocchi

Appunti di Teatro

Centro Storico

Racconto fotografico spontaneo, che documenta il percorso di creazione degli abitanti animali della locanda LA CONCIA.

Marco Sergiampietri per LA CONCIA

Presenze animali

Centro Storico

La costruzione dell’identità è un viaggio, fatto di percorsi più o meno lineari e più o meno impervi, intessuto di relazioni, incontri, sentimenti e di fatica, soddisfazioni, dolori. Tutto si sedimenta nei cassetti della memoria, tenuto insieme dal fil rouge del senso di sé. Poi il filo a poco a poco si consuma, i ricordi sbiadiscono e pezzi della vita si sbriciolano. I pensieri diventano confusi, le parole sfuggono, il disorientamento dello spazio e del tempo diventa sempre più forte. Progetto: Marco Menozzi Ha partecipato a tutte le edizione di Fotografia Europea dal 2009 con mostre personali, collettive e come curatore di diversi progetti fotografici. Le sue fotografie sono state esposte in Italia, a Bruxelles, a Barcellona, e alcune sono custodite presso la Fototeca Panizzi di Reggio Emilia. In collaborazione con: Aima Reggio Emilia, Semi Liberi per alcune strutture dell’allestimento, Laura Davì per il testo critico, Elena Vezzosi per il testo, Guido Lusetti per la parte sonora, per i preziosi consiglio Vasco Ascolini, Mara Zarotti, Pietro Fabbi e Anna Baldi. Per il supporto tecnico Annachiara Rea e Ilaria Gentilini, Palazzo Magnani per l’ospitalità.

MARCO MENOZZI

MEMORIA DI ME

Centro Storico

Ci sono notti piene di sonno, notti popolate di angoscia, notti piene di desiderio, e poi ci sono notti, così.

Marco Menozzi

Paris - il tempo di una notte

Centro Storico

Percorso di un uomo: l’Europa ho perso, forse, la speranza fotografo Marco Bollani, curatore Samuele Crotti

Marco Bollani, Samuele Crotti

percorso di un uomo

Centro Storico

Auser Provinciale Reggio Emilia Descrizione mostra: In un mondo sempre più aggrovigliato fra sentimenti di odio e indifferenza, la solidarietà è come una boccata d’aria fresca. Attraverso le fotografie di Marco Aldrighi e le illustrazioni di Giulia Iori – basate su dieci dialoghi tra generazioni diverse – offriamo al lettore uno strumento per riflettere su temi che toccano la vita di ciascun essere umano, a qualsiasi età. Biografia: Nata nel 1989 a Roma e nel 1991 a Reggio Emilia, Auser è una associazione di volontariato e di promozione sociale, impegnata nel favorire l’invecchiamento attivo degli anziani e valorizzare il loro ruolo nella società.

Marco Aldrighi e Giulia Iori

Scintille - Storie e incontri in 30 anni di Auser

Centro Storico

Voandalana è la storia del nostro regalo offerto al Madagascar che ci ha accolti. Voandalana è il termine usato in Madagascar per designare il regalo che porta l’ospite a colui che lo attende. Alla lettera si traduce: frutto della strada. Senza il rapporto e il confronto con chi è diverso, è difficile avere una conoscenza chiara e completa di sé stessi e della propria terra […] Guardando sé stessi dal punto di vista dell’altro, di chi è diverso, ciascuno può riconoscere meglio le peculiarità della propria persona e della propria cultura: le ricchezze, le possibilità e i limiti. L’esperienza che si realizza in un luogo si deve sviluppare “in contrasto” e “in sintonia” con le esperienze di altri che vivono in contesti culturali differenti. Fratelli Tutti, PP Francesco,2020 Una chiamata dal Madagascar risveglia le nostre radici artistiche e culturali di italiani e soprattutto di europei. Artistiche perché ci è stata commissionata la realizzazione di un mosaico in tecnica diretta eseguito con soli materiali locali; culturali perché l’opera si trova all’interno di un progetto di social farm. La Ferme S.François sita a Manakara si propone una duplice finalità: offrire un modello lavorativo e di apprendimento per i giovani malgasci nella valorizzazione […]

Maf Atelier

VOANDALANA

Centro Storico

Esseri Complessi Una serie di semplici figure dal volto grigio. Basterebbe uno sguardo da lontano per farsi un’idea su di loro, applicarvi un’etichetta. Eppure, le stesse figure sono la somma di molteplici fotografie, ritagli di riviste e caratteri. I frammenti che le compongono non sono altro che ricordi, esperienze, pensieri inespressi, parole dette e non dette che si sovrappongono sui loro corpi e si affollano nello spazio che le circonda, dando forma a persone ricche di contrasti e sfumature: esseri complessi in continua evoluzione. Biografia Le sue prime sperimentazioni con la tecnica del collage risalgono al 2013. La affascina la possibilità di convertire un materiale quotidiano, povero e dismesso, in un oggetto unico e di valore, in grado di comunicare. Oggi realizza collage, organizza workshop e partecipa a fiere e a eventi – tra cui l’ultima mostra collettiva “L’astratto, un corpo, un volto, una dimensione”, a Milano a marzo 2023. La mostra è parte di Off Via Roma 2023 – Identità Insostenibili

Maddalena Re

Esseri Complessi

Centro Storico

Chirurgia introspettiva Creare collage è chirurgia introspettiva. Dove i ritagli di carta sono pezzi di sé sparsi sulla scrivania. Dove i tagli non sono ferite ma aperture attraverso cui guardare. Spiragli da cui entrare per prendersi per mano. Creare collage è una contraddizione, un ossimoro. Si incide, si strappa, si ritaglia, per poi ricostruire e incollare. Cucire la carta come se la si volesse abbracciare. Creare collage è incontro di Sè. Guardare dentro i propri strappi, i ritagli di tempi felici, le fotografie di chi siamo stati e siamo ancora, per poi cercare il filo rosso che possa unire tutte queste parti. Noi siamo collage. Conteniamo contraddizioni, strappi, colori, cuciture, desideri domande e molti sentimenti. Come scriveva Whitman, conteniamo moltitudini. Biografia Maddalena Notardonato è nata a Carpi nel 1996. La sua ricerca artistica tenta di costruire una danza di simboli e metafore attraverso ritagli di carta. Questo lavoro nasce dal desiderio di affidarsi all’istinto creativo, che per lei equivale a lanciarsi nel vuoto. Sganciarsi dalla gravità e dalle incertezze. Scegliere l’aria. Sorridere al vento. La mostra è parte di Off Via Roma 2023 – Identità insostenibili

Maddalena Notardonato

Chirurgia introspettiva

Simulacri. Identità nascoste L’esposizione è articolata in due mostre personali di Giuliana Mariniello e Luigi Menozzi, accomunate dal tema del simulacro che cela delle identità nascoste che sfuggono continuamente all’osservatore. Una esplora il mondo dei manichini e l’altra quello degli abiti, due realtà che rimandano all’assenza dell’elemento umano. L’abito Figure umane, animali fantastici, elementi naturali. Raffigurati attraverso i loro fantasmi, le loro rappresentazioni, i loro simulacri. Un vestito messo in posa nella natura diventa così, in forma simile, la persona che l’ha indossato, rappresenta e racconta la sua identità, più o meno nascosta, più o meno svelata. Una rosa che esce dalla fenditura di una roccia è solo la sua parvenza, la sua traccia visibile. Nella realtà non è altro che il frammento di un abito. Un boa di piume, metafora della leggerezza, diventa una figura irreale, un animale fantastico, un cuore. Il reale e l’immaginario si confondono e coinvolgono l’osservatore in un gioco di rimandi tra il vero e la sua imitazione. Queste immagini si prestano così ad una seconda chiave di lettura che interseca e a tratti si sovrappone alla prima; il continuo dualismo tra la natura e la sua rappresentazione, quasi a sancire la superiorità della prima […]

Luigi Menozzi

Simulacri. Identità nascoste

Centro Storico

EUROPE MATTERS, IS BREXIT WRONG ? Il 23 giugno 2016 il 52% degli elettori della Gran Bretagna (Britain) ha votato per l’uscita (Exit) dall’Unione Europea, dando vita alla BREXIT. La Brexit è solo l’ultima, controversa, discutibile decisione di una popolazione che ha fatto del “contrarian” un tratto identitario e di appartenenza. E in questo contesto architettura, design, arte, cultura, tradizione, sport, musica, gastronomia si fondono senza ordine apparente, quasi a voler rimarcare ancora una volta la propria originalità. In una Unione Europea che si sta dimostrando coesa e compatta come mai prima in merito a scelte che riguardano il suo futuro, si nota il percorso parallelo della Gran Bretagna, ancora una volta non allineata al continente di appartenenza. “Gli inglesi sono speciali, il mondo lo sa, nei nostri pensieri più intimi lo sappiamo. Questa è la più grande nazione sulla Terra.” “The British are special, the world knows it, in our innermost thoughts, we know it. This is the greatest nation on Earth.” Tony Blair BBC News 2007

LUIGI DEL RIO

EUROPE MATTERS, IS BREXIT WRONG ?

Centro Storico

Quando le porte della percezione si apriranno, tutte le cose appariranno come realmente sono: infinite. William Blake. porte/muri/Europa Spiriti sempre più inquieti si aggirano per l’Europa, identità nazionalistiche avanzano e si rafforzano. Ideologie malsane che ci ricordano un brutto passato crescono. In nome della sovranità e della sicurezza nazionale si stanno erigendo nuovi muri e nuovi reticolati per respingere chi, in cerca di nuove possibilità di vita, sta fuggendo dalle guerre e dalla fame. Ospitalità, solidarietà, fraternità, valori che sembravano imprescindibili in questa vecchia Europa si stanno sgretolando come vecchi muri, e le sue vecchie porte corrose dal tarlo della paura mostrano a tutti le crepe e gli squarci causati dall’avanzare indisturbato di inquietanti identità. Riusciremo a far si che queste porte tornino ad aprirsi, accoglienti? Luciano Scarpa, “Sidi” per gli amici, è nato e vive a Prato, dove è tornato dopo aver vissuto a Milano dal 2011 al 2018. Si dedica alla sua passione da più di quaranta anni. I paesaggi, le dolci colline della Toscana, i colori, le geometrie, le forme astratte sono al centro del suo lavoro da molti anni, ma, attualmente la ricerca va ai muri, alle porte, ai supporti vissuti, scrostati e corrosi, come […]

Luciano Scarpa

"Sidi" porte/muri/Europa

Centro Storico

Installazione sul prato antistante il Comitato di Reggio Emilia della Croce Rossa Italiana con tema: “i Principi e i Valori del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa nel volontariato di tutti i giorni”

Luca Zanetti e Stefano Corghi

Principi e volontariato

Fuori le mura

I semi di Yaya “Vivo qui. Lavoro qui. Basta discriminazioni”. “Giustizia per Yaya”. “Yaya è tutti noi”. Queste le uniche parole, ripetute come fossero un mantra durante tutto il corteo, che riecheggiano per le vie di Ferrara. Nessuna bandiera. Nessuno slogan. Era il 30 ottobre del 2021 e Yaya era appena morto. Eppure, proprio in quelle parole sta il senso più profondo della manifestazione. La catena infinita degli appalti scarica sugli ultimi, sui più ricattabili, il costo dell’economia capitalista. E gli ultimi sono i migranti. Contratti di pochi giorni, nessuna formazione, nessun presidio di sicurezza. Questi lavoratori e queste lavoratrici vengono usati come carne da macello. E come in un macello muoiono. Schiantati dalle macchine. Yaya Yafa muore così: al suo terzo giorno di lavoro, schiacciato da un camion, mentre lavora in uno dei poli nazionali della logistica. Gli amici e le amiche di Yaya chiedono giustizia. Organizzano il corteo. Una manifestazione di migranti in ricordo di un migrante. Con buona pace dell’eurocentrismo che spesso emerge quando si parla di immigrazione. Fra una preghiera ed un canto, il corteo di snoda per la città. Rabbia e lacrime lo accompagnano. Ed una richiesta. Che lega e tiene assieme tutti, non solo […]

Luca Greco

I semi di Yaya

Fuori le mura

L’isola degli arrusi Nei primi due mesi del 1939 quarantacinque omosessuali di Catania e di alcuni paesi della sua provincia furono arrestati e mandati al confino sull’isola di San Domino, Tremiti, a più di 700 km di distanza. In tutta Italia il regime fascista arrestò e mandò al confino centinaia di uomini la cui unica colpa era quella di essere omosessuali. Tra le varie province italiane, Catania spiccò per la quantità di arresti: il Questore della città, Alfonso Molina, si mostrò molto scrupoloso e ligio nella sua “caccia” agli omosessuali.I 45 catanesi erano uomini tra i 18 e i 54 anni, arrestati con l’accusa di “pederastia passiva”, un reato contro il buon costume e l’integrità della razza. Furono sottoposti a visite mediche invasive che ne attestassero la colpevolezza e mandati tutti al confino a San Domino insieme ad una cinquantina di omosessuali provenienti dal resto d’Italia. Il confino sarebbe dovuto durare 5 anni.Gli omosessuali di Catania venivano chiamati in città arrusi, o jarrusi: negli anni ‘30 la parola arruso indicava l’uomo che in genere nel rapporto sessuale assumeva il ruolo passivo. Solo i passivi vennero arrestati, mentre chi assumeva il ruolo attivo non subiva alcuna persecuzione perchè veniva considerato un “maschio”.Gli arrusi, catanesi e non, rimasero confinati nell’isola di San Domino fino al 7 giugno 1940, quando vennero rispediti […]

Luana Rigolli

L'isola degli arrusi

Centro Storico

Il progetto fotografico “Outside the Binary” esplora letteralmente il mondo per raccontare l’esistenza di persone non-binary, gender fluid, agender, genderqueer, ossia di quelle persone che non si identificano nel binarismo uomo o donna. Un racconto che mostra con semplicità e naturalezza che in tutte le parti del mondo – dall’Africa al Nord Europa, dalla Cina agli Stati Uniti – esistono identità differenti, oltre allo schema binario proposto da molte società. L’idea che non possano esistere più di due possibili generi (uomo-donna) è una tematica controversa e contemporanea, che spesso porta alla marginalizzazione di queste persone non riconosciute a livello legislativo, ma soprattutto a livello sociale. I ritratti scattati da Linda Bournane Engelberth con una macchina fotografica analogica intendono normalizzare le loro esistenze e la percezione che il mondo ha di loro. La mostra è promossa dall’ufficio Pari opportunità del Comune di Reggio Emilia in collaborazione con l’Associazione Arcigay Gioconda e il Tavolo Interistituzionale per il contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione delle persone LGBTQ+ in occasione della Giornata mondiale contro l’omolesbobitransfobia che ricade il 17 maggio. Mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura, Marketig territoriale e Pari opportunità

Linda Bournane Engelberth

Outside of the binary

Centro Storico

La Puna è un deserto d’alta quota sulle Ande nord-occidentali dell’Argentina. E’ un luogo remoto ed incontaminato, un universo primordiale dove le forme e i colori assumono una dimensione irreale.

Licia Iotti

Puna argentina, un altro pianeta

Fuori le mura

Sorsi di sé. Complici finché esistiamo. Perché chi guarda possa dissetarsi dell’identità resa viva di chi ha scattato la foto; perché il fotografo possa offrire un sorso di sé. Guardare il mondo significa rivolgere lo sguardo verso sé stessi. Lo sguardo può attivarsi attraverso una cornice di visioni, dove identità personale, natura umana e psicologia convivono in una complessa ricerca. Come in un intreccio di forze, dove la personalità emerge soltanto grazie alla complicità con l’altro. Come in un fiume dove tutto scorre e l’acqua che ti bagna non è mai la stessa che ti bagnerà una seconda volta. E allora ecco che ogni fotografo offre il suo lato più nascosto, quello più intimo, legato ad un preciso momento – il presente – dove ogni scatto diviene un particolare racconto di vita. Come un semplice sorso, dato ad una fonte sconosciuta: così che chi guarda possa specchiarsi oppure dissetarsi di nuove identità. Il nostro mondo così si arricchisce negli occhi del fotografo e viceversa; sboccia sotto nuove forme e prende nuove direzioni di vita. Proprio come nel racconto L’artefice di Borges, dove un artista, dopo che ha passato la propria vita a rappresentare tutte le cose del mondo, scopre di […]

Liceo Matilde di Canossa

Fotografia off@schoolcanossa

Off@School

Un trasloco, un nuovo quartiere, i dubbi sulla sicurezza della zona. Quali identità abitano Santa Croce e sono davvero così insostenibili? Queste le premesse del mio progetto che cerca, attraverso la conoscenza degli abitanti, di mettere in luce le potenzialità e i lati positivi di Santa Croce. Il risultato sono 7 interviste, 7 collage che racchiudono storie tra passato e presente di chi vive in questa zona della città. Ho conosciuto così il luogo in cui ho traslocato attraverso un approccio creativo e personale. Laura vive e lavora a Reggio Emilia. Laureata al DAMS di Bologna, nel 2014 si diploma in illustrazione presso Scuola Internazionale di Comics. Ha partecipato al progetto creativo del gruppo Le Sirene Research impegnato nella ideazione e realizzazione di progetti di illustrazione, collage e scultura.Con il tempo si concentra su progetti artistici personali che hanno come comune denominatore il coinvolgimento degli altri attraverso l’utilizzo dei social network. Atelierista nei Nidi e nelle Scuole dell’Infanzia è anche content creator del Laboratorio Aperto dei Chiostri di San Pietro e della community di innovatori digitali Digital Freaks. La mostra è parte di Off Via Roma 2023-Identità Insostenibili

Laura Serraino

Credo in Santa Croce

Centro Storico

FRAGILITÀ La fragilità per Laura è l’impermanenza, la transitorietà, il fluire del presente nel tempo che tutto trasfigura. Laura raccoglie i frammenti del passaggio fisico di stato della materia fissandone il precario splendore, sono momenti irripetibili come i lampi di una supernova, nella fugacità di un presente che è presagio di voluttuosa eternità. ff

LAURA MARIA MAZZONI

FRAGILITA'

Fuori le mura

Per ripartire dopo il lockdown, via Roma ha invitato Laura Cionci a un periodo di residenza artistica che ha coinvolto gli abitanti in esperienze rituali, capaci di far esplorare la propria parte inconscia. I simboli emersi in questi viaggi onirici sono ora al centro di un’opera d’arte relazionale: la bandiera di Via Roma, che intreccia esperienze individuali per manifestare l’identità meno visibile di una comunità. Esponendo l’opera a Porta Santa Croce, il quartiere vuole ricordare la giovane artista e performer, scomparsa troppo presto ma ora impressa nella memoria artistica territoriale condivisa. In collaborazione con Ghirba Biosteria. Inquadra il QR code per ascoltare le visioni dei partecipanti ai viaggi onirici. BIOGRAFIA Artista e performer la cui ricerca è stata incentrata sulle pratiche relazionali per lo sviluppo di processi creativi, con il fine di riarticolare le potenzialità energetiche umane in contatto con il territorio. La mostra è parte di “Off Via Roma 2023 – Identità Insostenibili”

Laura Cionci e la gente di via Roma

Popolgiost - Movimenti di un rito

Centro Storico

Una mostra collettiva nella quale gli artisti del laboratorio artistico L’Artificio espongono la loro idea di identità europea, fatta di speranze e di inquietudini.

L’ARTIFICIO aps-ets

L'IDENTITA' DI UNA INQUIETUDINE

Fuori le mura

Una mostra collettiva nella quale una trentina di artisti di vario genere, non solo fotografi, esporrà le proprie sensazioni sul tema dell’unità Europea, con tutte le speranze e le inquietudini che il processo comporta.

L’ARTIFICIO aps-ets

L'INQUIETUDINE DI UNA IDENTITA'

Centro Storico

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