Simulacri. Identità nascoste

L’esposizione è articolata in due mostre personali di Giuliana Mariniello e Luigi Menozzi, accomunate dal tema del simulacro che cela delle identità nascoste che sfuggono continuamente all’osservatore. Una esplora il mondo dei manichini e l’altra quello degli abiti, due realtà che rimandano all’assenza dell’elemento umano.

L’abito

Figure umane, animali fantastici, elementi naturali.

Raffigurati attraverso i loro fantasmi, le loro rappresentazioni, i loro simulacri.

Un vestito messo in posa nella natura diventa così, in forma simile, la persona che l’ha indossato, rappresenta e racconta la sua identità, più o meno nascosta, più o meno svelata.

Una rosa che esce dalla fenditura di una roccia è solo la sua parvenza, la sua traccia visibile. Nella realtà non è altro che il frammento di un abito.

Un boa di piume, metafora della leggerezza, diventa una figura irreale, un animale fantastico, un cuore.

Il reale e l’immaginario si confondono e coinvolgono l’osservatore in un gioco di rimandi tra il vero e la sua imitazione.

Queste immagini si prestano così ad una seconda chiave di lettura che interseca e a tratti si sovrappone alla prima; il continuo dualismo tra la natura e la sua rappresentazione, quasi a sancire la superiorità della prima sul suo eídōlon, il suo simulacro.

 

Biografia

Luigi Menozzi fin dai suoi primi lavori ha focalizzato la sua attenzione sulla natura e sull’ambiente naturale, dapprima soffermandosi sul paesaggio, in seguito con ricerche e progetti più delineati e circoscritti.

Dalle larghe vedute dei primi paesaggi appenninici, (Appennino reggiano, 1989 – Oltre le nuvole, 1990 – Paesaggi lontani, 1991) eredi in particolare della tradizione americana, il suo percorso fotografico passa a una ricerca quasi minimalista che isola, ritaglia ed esplora particolari della natura a volte apparentemente insignificanti (Zone d’ombra, 2003).

Nel 1999 ha pubblicato il volume In attesa dell’incanto, che presenta oltre dieci anni di lavoro sul paesaggio dell’appennino reggiano.

In Divino naturale insomma eterno (2009), discostandosi dalle sue vedute panoramiche ma sempre coerente con il suo sguardo sulla natura, propone nuovi tagli, inedite esplorazioni minimali nel territorio e nell’anima, cogliendo i segni della divinità, dell’eterno e della mano dell’uomo.

Dal 2015 al 2017 lavora ad un progetto in quattro parti (Il giardino della Pietra, La Pietra e le pietre, Nell’abisso di un antico mare, Su Bismantova in cacume) per raccontare la Pietra di Bismantova (montagna/icona che rappresenta il baricentro ideale dell’Appennino reggiano) attraverso una serie di immagini al di fuori dalla ormai classica iconografia sul soggetto.

I suoi lavori più recenti sono rivolti alla Land Art, con l’intento di evidenziarne gli aspetti di consonanza e stretto rapporto con la natura. Nel 2017 fotografa le opere di Arte Sella, in Trentino e nel 2018 quelle del parco di Chaumont-sur-Loire in Francia.

Dal 2009 fa parte del Gruppo Rodolfo Namias che si occupa dello studio e della riscoperta delle antiche tecniche fotografiche.

Ha esposto in numerose personali e collettive in Italia ed all’estero, tra le quali: Musée N. Niépce Chalon-sur-Saone, 1992 – “XXV Rencontres Internationales de la Photographie, Arles, 1994 – “Paesaggi italiani del ‘900, Milano, 1999” – “XL La collection photographique d’ Arles”, Arles, 2005 – “Un’arte glocale – da Reggio Emilia ad Albacete”, Albacete, 2005 – “Divino naturale insomma eterno”, Fotografia Europea 2009, Reggio Emilia – Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia, 2010 – Galleria Fotoforum, Bolzano, 2013 – Palazzo Rosso, Genova, 2014 – Reggio Emilia Galleria Zannoni, Fotografia Europea 2015 – Castello Aragonese, Ischia, 2015 – Sestri Levante, 2016 – Cuneo, 2017 – Novafeltria, 2018 – Reggio Emilia Galleria MBN Art, 2018 – Reggio Emilia Studio BMFR, Fotografia Europea 2019 – Bibbiano Galleria l’Ottagono, 2022.

Sue fotografie sono conservate nelle collezioni della Biblioteca Panizzi e dei Civici Musei a Reggio Emilia, del Centro Studi e Archivio della Comunicazione a Parma, del Musée Niépce a Chalon-sur-Saone, del Musée Reattù e della Ecole Nationale de la Photographie di Arles, della Bibliotheque Nationale de France a Parigi, del Musée de la Photographie a Charleroi, del Musée d’Art et d’Archéologie di Aurillac.

Orario apertura

Lunedì

10-12,30 / 16,00-19,00

Martedì

10-12,30 / 16,00-19,00

Mercoledì

10-12,30 / 16,00-19,00

Giovedì

10-12,30 / 16,00-19,00

Venerdì

10-12,30 / 16,00-19,00

Sabato

10-12,30 / 16,00-19,00

Domenica

10-12,30 / 16,00-19,00

28 aprile - 7 maggio - inaugurazione 28 aprile ore 17,00 - 2,3,4 maggio su appuntamento

Indirizzo & Contatto

Indirizzo

Spazio Fotografia San Zenone, Via San Zenone, 2/b - 42121 Reggio Emilia

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