Nell’antologica alla Chiesa SS.Carlo e Agata e nell’allestimento di Gonzalo Borondo alla galleria di via Emilia San Pietro arte e fotografia diventano un modo per descrivere, riflettere, immaginare la complessità tra antropologia e approcci metalinguistici.
L’associazione culturale Flags no Flags, in particolar modo in occasione di Fotografia Europea, mette in campo una progettualità originale, curiosa e attenta in grado di indagare le dinamiche dell’arte contemporanea, di leggere le traiettorie degli accadimenti estetici e sociali, di dialogare con i contesti espositivi. L’allestimento “Integrità dell’esperienza. Testimonianza e interazione dal 2010 al 2023” presso la Chiesa SS.Carlo e Agata nel cuore di Reggio Emilia passa in rassegna e rilancia i progetti realizzati in questi anni spaziando dagli approcci espressivi più diversi e, insieme, integrati: video, sonorizzazioni, fotografia, documentazione… Punto comune è l’interesse per la trasformazione dei contesti antropologici, per il divenire delle relazioni, per i sintomi delle mutazioni di identità e appartenenze.
Anche SpazioC21, galleria attiva dal 2016 nel contesto di Palazzo Brami in via Emilia San Pietro, ha scelto di misurarsi con la ricerca di confine, quella che percorre soglie, stratificazioni e divenire della contemporaneità. Come dimostra “Substratum”, progetto site-specific di Gonzalo Borondo con testi di Andrea Tinterri, Domenico Russo e Veronica Santi e una diramazione espositiva nella sede di PPI & Partners sempre a Reggio Emilia. Il lavoro dello spagnolo Borondo, figura di rilievo internazionale, si è sempre misurato con la dimensione collettiva, il dialogo tra media e tecniche, il rapporto tra arte e pubblico. “Substratum” lavora sulla stratificazione iconografica a partire dall’archivio personale dell’artista: la fotografia non si dà come superficie piatta, spontanea, ma è attraversata da tempi e spazi diversi che confliggono, dialogano, creano molteplici dimensioni di lettura dell’opera, di ciò che rappresenta, del contesto in cui sorge.