Nelle due mostre collettive dell’associazione artistica reggiana “L’Artificio” ai Chiostri della Ghiara e al Conad Le Querce mezzi espressivi e sensibilità diverse offrono al pubblico una visione molteplice del tema comune dell’identità del Continente.
Non si sa bene nemmeno da dove venga il nome: un personaggio della mitologia ellenica (la ninfa di cui si invaghì Zeus per poi rapirla dopo essersi trasformato in docile toro…), una parola greca che definiva l’ampiezza delle terre a nord della penisola egea o un’espressione fenicia per definire, da Est, l’Occidente.
Certo è che a noi, suoi abitanti, viene naturale oggi dire: Europa. I problemi e le aspirazioni vengono dopo: chi la vede nella sua versione politico-economica nata a partire dal secondo dopoguerra e concretizzatasi a partire dal triennio 1989-1992 come un’incompiuta o addirittura un ostacolo; chi, invece, la ritiene un’orizzonte insuperabile cui tendere, una caposaldo garantito da una storia plurimillenaria fatta di tanti conflitti, ma anche di continui scambi e relazioni, addirittura dell’invenzione di una civiltà.
Il recente conflitto in Ucraina, come sappiamo, ha rimescolato ancora, in maniera tragica e allarmante, le cose portando alla luce fragilità, paure, domande, speranze. In “L’inquietudine di un’identità” promossa dall’associazione L’Artificio-Nuovo Circolo degli Artisti ai Chiostri della Ghiara di via Guasco una trentina di artisti utilizzando i mezzi espressivi più vari, anche al di là delle fotografia, interpretano queste suggestioni rileggendo in particolare modo il tema dell’unità.
Titolo ribaltato, “L’identità di un’inquietudine” per l’altro allestimento curato dall’associazione, questa volta al Conad le Querce, esito di un’attività laboratoriale. Porsi interrogativi, offrire esperienze di sguardo e pensiero: a questo la ricerca artistica continua offrire la ricchezza delle sue peculiari e molteplici possibilità conoscitive.