Visioni Off: identità, memorie, scoperte

Visioni Off: identità, memorie, scoperte

Dalle introspezioni di Stella Laurenzi e Marco Menozzi alle esperienze in Palestina e Mozambico, dal diritto di cittadinanza alla dimensione relazionale colta da Bruno Cattani e Antonio Bocchia: la storica Galleria Santa Maria offre un percorso emozionante.

“Visioni Off”: un percorso nella centralissima e storica Galleria Santa Maria in piazza Prampolini che ci fa scoprire autori ed esperienze, tra dimensione privata e internazionale, promozione dei diritti e soglie di esistenza.

La romana Stella Laurenzi in “Quando Mi Vidi Non C’ero” compie un’indagine su di sè mettendo insieme apparizioni, luoghi, oggetti, situazioni quotidiane.

Anche Marco Menozzi, dal 2009 sempre presente a Fotografia Europea, si cimenta in un progetto, “Memoria di me”, che segue le vie – spesso misteriose e intransitive –  per cui un individuo arriva a definirsi tale.

In “This must be the place”, titolo che allude a una celebre canzone dei Talking Heads poi divenuta film di Paolo Sorrentino, Antonio Bocchia si concentra sul mondo adolescente, sui suoi desideri e le sue pulsioni: una ricerca costruita sull’enigma e le domande di un’età di confine.

Una dimensione che ritroviamo anche in “Euforia di genere”, promossa da 

Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia e Fondazione ARCA, dove il reggiano Bruno Cattani racconta un percorso fatto di persone, della scoperta dell’altro, della ricchezza della diversità, al di là di luoghi comuni e pregiudizi.

L’esplorazione della condizione contemporanea si allarga a contesti civili, istituzionali, associativi. In “Identità e Cittadinanza: una via da seguire” scopriamo le azioni che il Comune di Reggio Emilia ha ideato per valorizzare dell’acquisizione della Cittadinanza Italiana mentre “Life of Beit Jala”, reportage del collettivo di giovani palestinesi Power Group da una città gemellata con Reggio Emilia, e “Viaggi a Pemba” progetto multimediale realizzato nell’ambito di E35 Fondazione per la Progettazione Internazionale e del pluriennale rapporto con il Mozambico, narrano di dialogo e cooperazione. Ovvero di quelle strade che portano a un paese che ancora non conosciamo, ma che siamo in un qualche modo chiamati a immaginare: si chiama Futuro.