Gérard Castello-Lopes: c’era una volta in Portogallo

Gérard Castello-Lopes: c’era una volta in Portogallo

Al Ristorante a Palazzo una scelta degli scatti che il fotografo ha donato alla Provincia di Reggio Emilia in occasione della mostra del 2003, parte di un patrimonio pubblico di assoluto valore che la Fondazione Palazzo Magnani continua a promuovere.

Attivo nel mondo del cinema – soprattutto in ambito distributivo – Gérard Castello-Lopes (1925–2011) ha attraversato gli anni della dittatura in Portogallo: un lungo periodo quello dello “Estado Novo” che va dal 1933 al 1974 nel nome di António de Oliveira Salazar, un regime fascista dai forti tratti conservatori, retrogradi e corporativi che nell’Europa di oggi si tende a mettere tra parentesi, se non a dimenticare.
Proprio in questo contesto Castello-Lopes, che divideva la propria attività tra il Paese natale e la Francia, ha iniziato a fotografare fin dagli anni Cinquanta. Ma la sua ricerca fatta di rigore formale e passione per il reale per decenni è rimasta, di fatto, privata.
Solo a inizio anni Ottanta, infatti, le sue fotografie iniziano a circolare riscuotendo negli anni successivi notevoli consensi a livello mondiale. Un percorso che ha trovato un suo momento importante nella mostra antologica ospitata al Palazzo Magnani di Reggio Emilia nel 2003: “Gérard Castello-Lopes. Vedere, il sogno di una vita. Fotografie 1956-2002” per la cura di Sandro Parmiggiani con un prezioso contributo dello Antonio Tabucchi per il catalogo. L’intera esposizione fu donata dall’artista alla Provincia di Reggio Emilia.
Ora a vent’anni da quell’evento e a dodici dalla scomparsa dell’artista, alcuni di quegli storici scatti tornano in mostra negli spazi del Ristorante a Palazzo by Taglieré: un modo per valorizzare una collezione che parla non solo di capitoli significativi dell’arte internazionale, ma anche della storia di una politica culturale al servizio dei cittadini portata avanti da enti e istituzioni pubbliche.