Quando Mi Vidi Non C’ero
“Quando Mi Vidi Non C’ero” è un progetto autobiografico che esplora il tema dell’identità e delle relazioni interpersonali.
È una confessione, una psicanalisi visiva del passato come forma di liberazione.
La mostra affronta un argomento delicato e complesso: offre una riflessione profonda sull’impatto che un disturbo psichiatrico può avere nella vita di una persona, e di come una percezione distorta e amplificata delle emozioni —spesso presenti in maniera violenta e incontrollata, porti a vivere esperienze intense quanto disfunzionali.
La sequenza di foto si presenta come un racconto visivo interiore che nasce dall’esigenza di ricomporre i pezzi e fare il punto su ciò che è stato, è uno sguardo a ritroso sul vissuto come opportunità per comprendere e archiviare il capitolo di una storia, in grado di catturare l’essenza della complessità umana e cogliere con grande sensibilità il tema della perdita, della ricerca della propria identità, dell’annullamento, della relazione con l’altro e del proprio essere al mondo.
Il titolo della mostra simboleggia la difficoltà di definirsi e affermare la propria esistenza. Annullarsi in funzione dell’altro e abitare in corpi e volti che non sono i nostri. Dietro ogni ritratto si cela una struggente necessità di esistere, una ricerca disperata di ritrovare se stessi e riconoscere la propria identità.
Le fotografie esposte narrano di passioni, disillusioni, sofferenze e dipartite. La storia ci conduce attraverso un viaggio emozionale in cui gli eventi reali si confondono con elementi di finzione, suggestioni, flashback confusi e disordinati, figure evocative, immagini decontestualizzate, atmosfere e sensazioni. La narrazione non segue una successione temporale ma rappresenta piuttosto un mosaico di emozioni e ricordi.
Non c’è un’inizio, ma c’è una fine. La fine di un capitolo e il punto di partenza per un nuovo futuro.
Un autoritratto allo specchio, una figura che si delinea nuda, vulnerabile e sincera.
È l’immagine di una rinascita.
Finalmente mi vedo.