Il ri-tratto come volontà e rappresentazione
Dallaglio porta a Reggio Emilia, sua città natale, una selezione di scatti eseguiti tra il 2004 e il 2014 che vede protagonisti attori di fama internazionale come Denzel Washington e maghi come Uri Geller, ma anche performers e persone comuni che ha ritratto allestendo set – tra la Sardegna, la Valle d’Aosta e Reggio Emilia – con una “fotografia” ispirata al cinema.
In questa ottica si inserisce un omaggio a Quentin Tarantino: una ricostruzione fotografica della sceneggiatura di “Grindhouse – A prova di morte (Death Proof)”.
“…fin da bambino sono sempre stato un “divoratore” di film… dopo avere lavorato con la fotografia per la pubblicità, l’editoria, la moda, ed in altri ambiti dove spesso e volentieri il “taglio” richiesto è verticale, ho sviluppato tutta la mia ricerca con un taglio “orizzontale”, quello usato nel cinema appunto… ma non solo il taglio, anche la costruzione delle mie immagini avviene esattamente come nel cinema: la diversità e molteplicità delle fonti luminose, i movimenti della camera ed i relativi cambi di “fuoco” dialogano con lo spettatore animando una sceneggiatura all’interno della quale soggetti famosi e non, diventano una dinamica circolare…
Nella fotografia come nel cinema, il mondo diventa immagine memorativa, rimandando a qualcosa di fantastico, distinto dalla percezione ma anche dal suo concetto astratto.
Per Dallaglio la fotografia è – sempre e comunque interpretazione e rappresentazione – l’oggetto per il soggetto. Tutte le rappresentazioni sono oggetti del soggetto e tutti gli oggetti sono rappresentazioni… anche l’uomo, quando attore o quando ri-tratto (re-traho)”.
Francesco Lenzini