Simulacri. Identità nascoste

L’esposizione è articolata in due mostre personali di Giuliana Mariniello e Luigi Menozzi, accomunate dal tema del simulacro che cela delle identità nascoste che sfuggono continuamente all’osservatore. Una esplora il mondo dei  manichini e l’altra quello degli abiti, due realtà che rimandano all’assenza dell’elemento umano.

Il manichino

Il termine manichino è olandese, manneken, che significa piccolo uomo e il suo uso risale alla fine del 1700 quando venne usato dalle sartorie per far conoscere i propri capi di abbigliamento. Nel corso del tempo il manichino ha assunto valenze che vanno al di là del puro aspetto materiale e da funzioni meramente espositive tanto da diventare oggetto di analisi psicologiche, sociali, antropologiche e fonte di ispirazione per scrittori, poeti,  artisti e musicisti assumendo sempre più la funzione di alter ego dell’essere umano.  Il manichino è un’immagine-simulacro o immagine-illusione, oggetto di analisi di vari studiosi soprattutto nel campo della semiologia.  Per Jean Baudrillard in Simulacres et simulation “Il simulacro non è mai ciò che nasconde la verità – è la verità che nasconde che non c’è. La finzione è vera”. Nel mondo dei simulacri la realtà scompare ed è sostituita dalla finzione.

I manichini sono soggetti senz’anima che tuttavia possono dare vita ad emozioni creando una relazione con l’osservatore o il loro creatore. In qualche modo riprendono il mito di Pigmalione e della sua creatura a cui egli è indissolubilmente legato. Tale mito sarà poi ripreso nel corso dei secoli assumendo forme-simulacro sempre diverse e sempre nuove figurazioni del ‘doppio’. In questa serie sono presentate varie tipologie di manichini: quelli spogli, spesso privi di alcuni arti come se fossero stati oggetti di violenza o mutilazione, altri abbigliati e in vetrina e altri ancora dal volto quasi umano. Il manichino, oggetto di una lunga storia artistica e fotografica, costituisce una metafora, un modello di bellezza irraggiungibile, algida e glaciale, che si offre allo sguardo come oggetto di manipolazione visiva apparentemente rassicurante, ma al contempo in grado di far emergere aspetti nascosti dell’inconscio.

 

Biografia

Giuliana Mariniello, di origini istriano-napoletane, ha insegnato Lingua e Letteratura inglese all’Università di Napoli ‘L’Orientale’ e da vari anni si interessa di fotografia come studio e ricerca personale. Ha seguito workshop con F. Fontana, M. Cresci, G. Gastel, M. Galimberti, F. Jodice, F. Vaccari, J.E. Atwood, M. Ackerman, M. Botman, D. Kirkland, G. le Querrec, S. Plachy e A. Webb.  Sue foto sono state esposte in circa 80 mostre personali e collettive in Italia e all’estero (Parigi, Arles, Budapest, Cracovia, Tel Aviv, New York e Los Angeles) ottenendo vari premi e riconoscimenti. Tra i suoi lavori La città visibile, Manifest-azioni, New York Notebook, Sacroprofano, Volti del tempo, Venezia, teatro delle maschere, Paysages d’eau, Par-delà la fenêtre, Oscuri oggetti del desiderio e Marilyn Forever. Fa parte di un progetto collettivo internazionale, Women X Women ed è membro dell’Associazione Donne Fotografe con cui ha esposto al Festival della Filosofia di Modena, all’Archiginnasio di Bologna e alla Chiesa di S. Agostino a Pietrasanta sul tema Invisibile. Con Scolpite ha esposto a Palazzo Reale a Milano e al Palazzo Facchi  a Brescia. In ambito fotografico ha pubblicato, tra l’altro,  La città visibile, Women x Women, il volume Marilyn Forever, i saggi Sulla fotografia giapponese contemporanea e Araki Nobuyoshi. Eros e Thanatos Ha curato varie mostre di fotografi internazionali (F.Cito, F. Fontana, G. Berengo Gardin, G. Leone, R. Cagnoni, C. Garcìa Rodero e H. Stein) e ha  scritto circa 80 tra articoli, saggi e presentazioni di mostre e libri fotografici. Fa parte della Redazione di FOTOIT, rivista ufficiale della FIAF ed è membro della SISF (Società Italiana per lo Studio della Fotografia). Vive a lavora a Roma.

Sito web: www.giulianamariniello.it

Orario apertura

Lunedì

ore 10:00-12:30 | ore 16:00-19:00

Martedì

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Mercoledì

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Giovedì

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Venerdì

ore 10:00-12:30 | ore 16:00-19:00

Sabato

ore 10:00-12:30 | ore 16:00-19:00

Domenica

ore 10:00-12:30 | ore 16:00-19:00

Inaugurazione Venerdì 28 aprile 2023 ore 17:00 | Nei giorni 2-3-4 maggio 2023 visita su prenotazione | La mostra si concluderà il 7 maggio 2023

Indirizzo & Contatto

Indirizzo

Spazio Fotografia San Zenone, Via San Zenone, 2/b - 42121 Reggio Emilia

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