Esiste una profonda interconnessione tra l’identità europea e quella dei paesi colonizzati. Se l’Europa non è più considerata il luogo da cui si scrive la storia, in passato lo è stato, e questa storia comune è stata scritta uscendo dall’Europa stessa. Un movimento verso l’esterno per definire ciò che è all’interno, la ricerca di un’identità propria fuori di sé. Un processo rovesciato, come lo sono le radici dei baobab volte verso il cielo e non verso il suolo.
Portoghesi, olandesi, inglesi e francesi sono passati dal Madagascar, lasciando un’eredità duratura al paese, compresi problemi sociali e disuguaglianze economiche profonde. Il post-colonialismo ha portato all’emergere di nuove narrazioni storiche e culturali, che sfidano e mettono in discussione l’egemonia europea. In questa prospettiva, se oggi esiste veramente un’identità collettiva europea, essa non potrà che definirsi inquieta e fragile. Solo attraverso un dialogo aperto e una maggiore consapevolezza delle disuguaglianze sociali e delle ingiustizie, si potrà costruire una società europea più inclusiva basata sulla giustizia, l’uguaglianza e la solidarietà.