In una epoca in cui allattare in pubblico è considerato irritante se non addirittura offensivo, Elisabeth Ubbe ritrae l’allattamento evidenziando la specificità di ogni donna, privata di quell’aura di romanticismo così spesso usata, con foto in controluce o che ritraggono la magnificenza della natura. L’artista invece sceglie di catturare immagini di allattamento quotidiano in casa, in città, negli spazi di gioco dei bambini e in tutti quei luoghi in cui le donne trascorrono normalmente il tempo con i propri figli. Chiede alla donna di scegliere un contesto che rappresenti la sua vita di madre che allatta e poi la ritrae in quella situazione. Ogni fotografia ha la sua storia.
Elisabeth Ubbe ritrae anche donne a seno nudo in situazioni in cui normalmente sarebbero vestite. Queste fotografie aiutano a riflettere sull’immaginario e sulla idea di corpo femminile nello spazio pubblico che influenza la rappresentazione di sé della donna e, di conseguenza, la fiducia di ognuna nella propria capacità di allattare.
Cinque scatti sono stati fatti in studio e nel libro che raccoglie la mostra queste immagini danno un ritmo alla narrazione e contribuiscono ad aprire una ulteriore prospettiva: le donne reclamano uno spazio nella poltrona rossa, come se fossero da sole nella loro casa. Inosservate.
Mentre lavorava a questo progetto Elisabeth Ubbe iniziò a realizzare che c’era stato un cambiamento in Svezia: da paese estremamente liberale dove ogni donna si sentiva a proprio agio anche quando stava a seno nudo nelle spiagge pubbliche, così come accadeva a Elisabeth bambina negli anni ’80, a un paese in cui il controllo sul corpo delle ragazze e delle donne è diventato sempre più evidente.
“Non ho mai pensato che stare a seno nudo in spiaggia fosse una cosa strana e mi ricordo bene di quando io ero in topless al mare, insieme a mia madre e a mia nonna, pure loro a seno nudo. Ma adesso mi rendo conto che le cose sono cambiate; le ragazzine ora si vergognano di fare la doccia insieme ai loro compagni di scuola dopo aver fatto la lezione di ginnastica, in Svezia i tassi di allattamento si stanno riducendo e la chirurgia estetica sta aumentando. Questi cambiamenti, secondo me, sono pericolosi e non solo rispetto al diritto di poter allattare in qualunque posto una donna e un bambino vogliano. Vedo un legame con le ideologie reazionarie che stanno crescendo nel mondo e anche con l’idea di chi può abitare lo spazio pubblico e del tipo di immagini che influenzano le nostre idee su che cosa siano le donne e come dovrebbero apparire.”
Le 42 fotografie formano un mosaico di immagini contemporanee e stimolano la riflessione su quali rappresentazioni di donne ci vengono propinate dal mondo che ci circonda. In fondo, quello che la mostra ci domanda è: quale è il posto dell’allattamento e della donna nella società attuale? E con quali occhi noi dovremmo guardarla?
“Io ho un sogno. Io voglio che le donne siano viste e accettate così come sono. Voglio che l’allattamento sia accettato e accolto in ogni luogo in cui la donna e il bambino vogliono o hanno bisogno di allattare. Voglio che le donne abbiano accesso a plurime rappresentazioni del corpo femminile con cui possano identificarsi, piuttosto che con una unica idea di che cosa sia la bellezza. Voglio che le rappresentazioni visive di che cosa significhi essere donna siano multidimensionali piuttosto che omologate”
Elisabeth Ubbe, biografia.
Elisabeth Ubbe è una fotogiornalista pluripremiata il cui lavoro si concentra su tematiche relative alle donne, alla uguaglianza, alla giustizia sociale e allo sviluppo sostenibile. In anni recenti il suo lavoro si è andato sempre più concentrando sulla reinterpretazione dell’arte, come in Pietà, nel progetto Resistenza e Still Dick, e nel progetto Spell.
Elisabeth si è diplomata nella Scuola di fotografia Nordic School of Photography, a Bishop-Arnö nel 2016, dopo aver lavorato come ostetrica per molti anni. Le fotografie di Elisabeth sono state pubblicate su riviste e media nazionali e internazionali. Collabora stabilmente con il The New York Times e altri giornali, combinando questa attività con la cura di progetti di ricerca artistica personali. Ha curato numerose mostre e ha pubblicato quattro libri di cui l’ultimo, Aging Grace, è un libro di poesie e fotografie sulla menopausa pubblicato a marzo 2023. Il suo nuovo progetto, giunto alle fasi conclusive, è un documentario sul parto in casa in Svezia.
Grazie alla sua esperienza come ostetrica si impegna per portare alla luce argomenti che sono considerati tabù per aprire possibilità di confronto e di cambiamento. Questo le ha dato l’opportunità di presentare il suo lavoro alla Conferenza delle Donne delle Nazioni Unite nel 2018, 2019 e 2021.
La Mostra è promossa dal TAVOLO INTERISTITUZIONALE ALLATTAMENTO E DIRITTI DI GENITORIALITÀ con la collaborazione della Regione Emilia-Romagna.