Il tema di Fotografia Europea 2023 ci spinge a riflettere sull’identità che proviene dall’antica unità geografica del nostro continente e dalla sua recente organizzazione politica; sulle ragioni che la sostengono contro le inquietudini derivanti da nuove questioni e aspetti ancora irrisolti.
Se i singoli stati e la stessa Unione appaiono anzi amalgami imperfetti, occorre allora non solo interrogarsi ma provare a osservare meglio l’Europa con lo sguardo (dis)incantato del volatore… sospeso tra un parco di attraenti particolarità e un progetto da condividere compiutamente.
Perché questa Europa è fatta della stessa materia che incarna un animale immaginario, nato dall’idea di mettere assieme genti lontane tra loro come cavalli e grifoni; è la natura e lo scenario ideale per un destriero alato capace d’intrecciare i destini di donne, cavalieri, armi ed amori.
Agire tale magia richiede un impegno reale, fiducia, ostinazione. Inserire o riparare alcune tessere fotografate nella mostra rappresenta una sfida molto difficile.
D’altronde l’Europa è sostanza fondamentale nelle nostre vite e per l’ippogrifo. Qui Ariosto lo introduce nel poema e lo lascerà libero, dopo avergli fatto solcare i cieli dai Pirenei alla Provenza passando per l’isola di Alcina e il paradiso terrestre. Portando sul dorso i personaggi che solo grazie a lui avranno modo di vedere il mondo secondo una diversa prospettiva.
In questa esposizione, composta da 11 pannelli di fotografie con testi (e che trae ispirazione anche dall’iniziativa “in scala diversa” dedicata da FE2023 a Luigi Ghirri), l’ippogrifo diviene appunto interprete e metafora dell’inquieta identità europea, dei suoi abitanti, delle loro città e regioni.
Le sue visioni (foto 1: immagine mostra) restituiscono la coesistenza complessa di autonomie che parlano idiomi diversi (foto 2), sagome scure come pagine della storia (foto 3), gocce piovute nel tempo della disillusione (foto 4), l’inevitabile lontananza delle istituzioni (foto 5), lo spaesamento di noi tutti quando ci allontaniamo dal noto e ancora altri spezzoni, istanti, miniature (foto 6).
Immagini di realtà frammentate, in attesa che prendano forza e valore il mosaico dell’Unione Europea e la consapevolezza di quanto significhi esserne cittadinanza.
La mostra è allestita in collaborazione col Centro sociale Venezia. Il Centro si trova a poche decine di metri dal ponte della via Emilia sul torrente Rodano, vicino alla passerella pedonale che la collega alle rinascimentali Delizie del Mauriziano, di cui porta il monumentale arco d’ingresso nel proprio logo. E’ uno spazio collettivo che ospita, oltre alle attività sociali e a memorie del luogo, anche il Circolo scacchistico “Ippogrifo”. E’ un posto intimamente legato alla memoria di Ludovico Ariosto. Un viaggiatore più interessato a raccontare la geografia del mondo che a visitarlo, ma che probabilmente percorse la riva accanto alla quale sorge oggi il “Venezia” in una delle sue passeggiate, alla ricerca di trame e Naiadi.
La mostra è realizzata dal Collettivo GanZan Style, promosso e attualmente formato da:
- Daniele Ganapini, economista del territorio, autore di ricerche, racconti e altre pubblicazioni. Ha iniziato a organizzare esposizioni fotografiche nel 2004 e a collaborare con iniziative di Fotografia Europea nel 2011. E’ l’autore dei testi e delle fotografie.
- Angelo Zani, ingegnere, in ambito artistico si è dedicato a musica, poesia, pittura, fotografia, web-art, scultura, waste-art, installazioni tridimensionali e negli ultimi anni, in particolare, all’abbellimento di edifici pubblici. Ha seguito il progetto grafico e l’allestimento.
Il collettivo Ganzan Style ha partecipato al Circuito OFF di FE 2021 con la mostra IN PORT ANTE: nel segno di Rodari e Leopardi, Foto al telefono e polaroid.