Le Officine “Reggiane” hanno visto passare dentro di sè cento anni di storia di Reggio Emilia, anni dei quali sono state dirette protagoniste.
Il segno lo hanno lasciato in particolare gli avvenimenti collegati alla Seconda guerra mondiale, con la conversione alla produzione militare, l’eccidio degli operai che protestavano contro la guerra, il devastante bombardamento alleato.
Nel dopoguerra, si assiste al ritorno alla produzione “civile” nei settori motoristico, della meccanica e degli impianti elevatori (gru portuali), in un clima di crescita economica ma anche di scontro sociale sempre più incandescente, giunto fino ad una lunga occupazione della fabbrica.
Chiusa la produzione e trasferito il marchio ad altro luogo, dopo anni di abbandono, i vecchi capannoni sono al centro di un grande (e ancora parziale) progetto di recupero e riqualificazione: gli spazi della fabbrica diventano oggi sede di eventi internazionali, mostre d’arte ed esperienze di studio sulle nuove tecnologie.
In questo luogo di una piccola città si ritrovano antiche identità e si progetta un futuro, diverso e migliore per tutta la comunità locale e per un’Europa che ricerca ancora un proprio orizzonte.
Ospitata dal Comune di Gattatico all’interno della sede municipale di piazza Cervi, 34 a Praticello per il Circuito Off di Fotografia Europea, l’esposizione di Graziana Soragna intende ritrarre questo nuovo mutamento di pelle, descrivendo questa rigenerazione tramite suggestioni personali.
«Cammino. Spazi che celano storie di persone, vissuti del passato, sensazione di smarrimento…
Fumo che esce dai muri abbandonati e vecchi abiti stesi tra i relitti: tracce di un’umanità perduta, ai margini della città.
Di nuovo sensazione di disagio, di timore, ma esplorando quel luogo osservo…
La storia ritorna lì, su quei muri: narrazioni di vite intrecciate, sconfitte, rinate e poi di nuovo abbattute…
Ogni volta un capolinea che sembrava fermare la storia, ogni volta un’umanità che si sollevava e ricominciava.
Sollevo lo sguardo e vedo oltre il muro le persone. Sento voci che discutono, sorridono…
Di nuovo la vita di quel luogo ricomincia, la storia cambia e si reinventa»