Sulla sabbia che brucia ci sono orme di ogni tipo; uccelli stanziali e altri migratori, planano sulla grande spianata di sabbia come se fosse la pista di un aeroporto abbandonato. Il sole è ancora alto e i suoi raggi fanno il resto. Il grande fiume, quasi esangue, continua in un rivolo, a tratti acquitrinoso e basso, verso il mare Adriatico.
Sulla sponda di questa arteria dissanguata, un uccello morto, per motivi che non conosciamo, ma che possiamo intuire, offre alla vista il suo occhio vitreo e privo di vita. Mentre camminiamo su questa spiaggia infuocata, scorgiamo tronchi scuri e rugosi che affiorano come relitti di navi antiche, sferzate da venti di epoche lontane, abbandonati da equipaggi ormai alla deriva, fantasmi.
Camminiamo in silenzio su questa distesa, lasciando le nostre impronte pesanti a fianco di quelle più leggere e rispettose di volatili, che di giorno e di notte, cercano ristoro in questa landa apparentemente desolata.
Sono giorni di piogge dimenticate, eppure anche quel luogo agonizzante diventa ricettacolo di una vita che non si arrende, oltre agli uccelli, si radunano in quel posto mammiferi di ogni taglia e foggia, ci sono volpi, lupi, gatti selvatici, piccoli roditori e pesci. Sì, pesci in ritirata, che resistono in quel metro d’acqua, che continuano imperterriti a nuotare, cacciare, saltare oltre il pelo del fiume, ancora vivi.
Poco distante, su quella che era l’antica riva, un lungo muro di vegetazione sembra rappresentare una barriera coraggiosa all’avanzare della siccità e noi, ancora turbati da quello scempio, entriamo, senza indugio, nel cuore pulsante di quel cuore verde di resistenza. Per un lungo istante, ci sentiamo sopraffatti e il battito del nostro cuore inizia a rallentare, ci sono foglie larghe e verdi attorno noi, che come edere, ricoprono ogni albero e cespuglio, sembra di essere entrati in un luogo magico, le nostre poche parole sono esaurite e, improvviso, un feroce urlo di cicale ci ammonisce ancora.
Andrea Gatti: fotografo per passione, usa le immagini per raccontare le storie dell’umanità che frequenta e dei luoghi in cui vive. www.parolediterra.it
La mostra appartiene al circuito Via Roma OFF 2023 – Identità insostenibili